Non solo Marina di Massa, ma la costruzione di colonie estive si è allungata sul litorale apuano anche verso nord, toccando Marina di Carrara e Marinella di Sarzana. E qui che si trovano altre due colonie che per dimensioni superano le molte minori presenti a Marina di Massa vicino alle più grandi Torre Balilla (poi diventata torre Fiat Edoardo Agnelli), alla colonia Torino (ex XXVIII ottobre), alla Ugo Pisa, alla Ettore Motta.
Sono le colonie “Opera Balilla di Milano, Torino e Vercelli” di Marina di Carrara e la “IX maggio” di Marinella di Sarzana. La “Opera Balilla di Milano, Torino e Vercelli” nasce su un progetto del 1936 che prevede dormitori e servizi per il soggiorno di 500 bambini, è inaugurata nell’anno successivo e la sua linea si è ispirata ad una grande azienda agricola piemontese, con mattoni a vista e tetti a falda inclinata. Non molto elevati (solo due piani) i fabbricati agevolano i collegamenti tra l’interno e l’esterno, quest’ultimo molto ricco di vegetazione. I reparti sono collegati da vialetti con portico ma i rifacimenti degli ultimi decenni per l’utilizzo della struttura come sede di scuole, ne hanno stravolto la fisionomia originale che adesso si può solo immaginare.
Travagliate le vicende dopo l’8 settembre 1943: prima saccheggiata, poi per breve tempo ospita gli alpini allo sbando della divisione “Val di Fassa”, quindi viene utilizzata dai tedeschi come campo di prigionia provvisorio per gli stessi alpini catturati (prima di essere deportati in Germania) per poi diventare alloggio dei tedeschi stessi. A fine guerra resta in stato di abbandono fino a quando, nel 1947 è destinata ad ospitare gli esuli di Istria, Dalmazia e Venezia Giulia in seguito alla epurazione di quelle terre da parte dello jugoslavo Tito. Così la ormai ex colonia è soprannominata “Campo profughi” come ancora oggi è conosciuta dai meno giovani, anche se gli esuli vi soggiornano solo fino al 1952. Circa un ventennio dopo, la ex colonia apre nuovamente le porte e questa volta per ospitare gli esuli dalla Libia che nel 1970 devono abbandonare il paese Africano. Il resto è cronaca e la necessità di adattare la struttura a istituto scolastico ne ha stravolto l’originario aspetto. Una delle due ali un tempo adibite a dormitorio, è stata pesantemente ristrutturata e quindi snaturata, uno dei due corpi di fabbrica lato mare è stato completamente demolito mentre l’altro è in stato di abbandono.
Meno di un chilometro più a nord, appena si entra in Liguria c’è la colonia “IX maggio” (dedicata al giorno della proclamazione dell’impero dopo la conquista dell’Etiopia del 1936) meglio conosciuta come colonia Olivetti per esserlo stata fino ai primi anni ’90 del secolo scorso. Costruita nel 1938, è caratterizzata da un lungo edificio a due piani, le cui estremità sono arrotondate.
Presenta ampi finestroni rettangolari ed è disposta parallelamente alla spiaggia da cui dista pochi metri. Sul lato monte presenta una sporgenza a due piani in corrispondenza di quello che era l’ingresso, mentre sul lato mare il piano superiore presenta una terrazza semicircolare, centrale rispetto all’asse lungo del fabbricato, piuttosto estesa e che si affacciava sulla spiaggia, mentre tutto intorno esisteva un parco verde. Cessata la funzione di colonia estiva Olivetti, la struttura è caduta in degrado per decenni e solo negli ultimi tempi sono iniziati lavori di riqualificazione, che puntano a un rilancio di tutta la struttura, da tempo rimasta in un limbo e che adesso potrebbe vedere una rinascita.
Maurizio Munda