MAURIZIO GUCCIONE
Eventi e fiere

Pieretti e i timori del caro-energia “Insostenibile lo spread con l’Ue“

Il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord analizza il momento per le aziende della carta “ Numeri da capogiro se pensiamo alle differenze tra il costo dell’energia con Spagna, Francia e Germania“.

Il distretto cartario della lucchesia si pone nell’ambito delle aspettative di mercato fra luci e ombre. Non certamente per la sua storia bensì per le sfide che guardano il futuro, una fra tutte rappresentata dalle scelte sul fronte energetico.

A essere consapevole della posta in gioco è il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Tiziano Pieretti, da poco membro della commissione nazionale sull’energia di Confindustria. Un professionista del settore che conosce in ogni minimo dettaglio le caratteristiche di uno dei settori-chiave dell’impresa italiana.

"Questo momento che attraversiamo – sostiene il manager di Confindustria – deve fare riflettere cercando di fotografare l’attualità; un’attualità che come imprese abbiamo più volte non solo previsto ma sollecitato, a partire dalla politica locale e nazionale, per affrontare in termini di strategie che vadano oltre il mero ambito di distretto; il calo dei consumi che registriamo in Europa deve consolare solo un po’ rispetto a quelli più contenuti che avvengono in Italia; in Germania, ad esempio, l’energia costa meno rispetto all’Italia ma è un Paese che sta attraversando una crisi seria per un settore da sempre principe come quello dell’automotive".

Premessa che rappresenta un punto di vista per niente secondario nel ragionamento che Pieretti sta per affrontare. Che non può prescindere dal mantra della transizione energetica.

"Su questo tema non abbiamo dubbi, la transizione energetica deve proseguire celermente ma una cosa deve essere chiara: ogni Paese deve avere obiettivi e principi identici, altrimenti vanifichiamo ogni futuro della nostra industria e del nostro pianeta; sulla transizione, insomma, non si può ammettere il principio di competitività, con Paesi che rispettano i parametri e altri no, è una questione di allineamento tra domanda e offerta, un concetto che dovrebbe essere per storia già acquisito".

Punto dolente è appunto la questione dei costi dell’energia. Continua a essere uno dei motivi che preoccupano maggiormente.

Prosegue Tiziano Pieretti: "Quello che mette in crisi l’industria italiana, in special modo quella energivora come il comparto cartario, è lo spread tra noi e altri Paesi europei; i numeri sono da capogiro se pensiamo alle differenze tra il costo dell’energia di Spagna, Francia e Germania, paragonato all’Italia; noi spingiamo sulle rinnovabili ma tutt’oggi l’energia risulta essere cara: il dubbio è quello di aver fatto gli interessi di coloro che creano le energie rinnovabili e questa è una dinamica contraria ai principi dell’industria".