Ai suoi tempi i meccanici della Ferrari stavano seduti dietro ai piloti e si facevano tutta la gara in pista ai trecento all’ora. Mauro Prampolini è uno di loro e ha lavorato con il mitico Enzo Ferrari. È entrato in Ferrari nel ’59 non ancora maggiorenne e nel ’60 ha messo le mani sul prototipo del motore della mitica Gto, la macchina più famosa del mondo. Originario di Formigine, un paese a pochi chilometri da Maranello, Mauro dopo l’esperienza in Ferrari ha lavorato alla Bizzarrini di Livorno per poi mettersi in proprio aprendo la carrozzeria Prampolini di Carrara, interamente dedicata alla cura dei motori di auto d’epoca.
Non è insolito vedere Mauro armeggiare con le mani dentro a un motore nonostante gli 82 anni portati benissimo, come non è insolito sentirlo rimproverare il figlio o i dipendenti se qualcosa non è fatto come l’avrebbe voluta fare lui. Sul meccanico e sulle sue mani d’oro uscirà un volume intitolato ‘Dalla Ferrari alla Bizzarrini’ scritto da un esperto di auto d’epoca, Marco Genovesi di Carrara, che sarà presentato a novembre al ‘Creactivity 2024’, l’evento su design, creatività e innovazione che si svolgerà al Museo Piaggio.
"I motori sono stati la mia passione fin da bambino, e la zona dove sono nato che me l’ha trasmessa - racconta Prampolini -. Abitavo in un casolare a Formigine e negli anni Sessanta i prototipi Ferrari venivano provati su una strada di cinque chilometri vicino a casa mia. Io ero sempre lì a guardare le macchine. Poi dopo la scuola di formazione ho avuto la fortuna di entrare in Ferrari e lavorare sui motori, in quel reparto si doveva saper fare di tutto. Se c’era da revisionare o fare un cambio lo dovevi saper fare".
"I meccanici allora li chiamavano meccanici perché salivano sull’auto del pilota e gli suggerivano le cose - prosegue il mago dei motori -. Uno dei miei professori era Enzo Scapinelli. Enzo Ferrari intuì subito che poteva attingere dalla scuola dei meccanici e sulla macchina di Nuvolari ci mise subito Scapinelli, che era uno che aveva il coraggio di andare a bordo. Nuvolari era spericolato vinceva perché faceva cose che gli altri non potevano fare, vinceva anche senza parafanghi. Ci salivo anch’io sulle macchine e serviva davvero coraggio perché a quell’epoca lì quando arrivavi in curva ai trecento all’ora c’erano pochi freni, poca roba, tante vibrazioni e il pilota doveva essere bravo. Io sono salito con tutti i piloti di quell’epoca come per esempio Bizzarrini, Scarfiotti, Fangio ma non era più in Ferrari, Bandini. Quando sentivano delle vibrazioni mi dicevano ’Mauro vieni con me a bordo’. In Ferrari ai miei tempi c’era una rivalità infernale per tutto, non per fare peggio ma per fare meglio, non per niente la Ferrari è diventata la Ferrari".
"Poi i Bizzarrini mi proposero di andare a Livorno, dove abbiamo realizzato il famoso ASA 1000, ma poi nel ’68 l’azienda è fallita e dopo aver lavorato nel ’73 sulla Golf 1,500 che è uscita quell’anno sono venuto a Carrara. Ormai ero stanco delle auto con i numeri, troppa sofferenza nel vederle distrutte. Ancora oggi quando vedo una macchina incidentata o con un motore rotto provo dispiacere".
Alessandra Poggi