Quando il vino unisce i popoli: "Un pezzo di Toscana in Africa" ’In Candia bio’ in Burkina Faso

Quarantamila ettari di vitigno che serviranno a contrastare il fenomeno dell’immigrazione. Capofila Francois Desirè Bazie, titolare dell’azienda massese che produce prodotti locali. .

Quando il vino unisce i popoli: "Un pezzo di Toscana in Africa" ’In Candia bio’ in Burkina Faso

Quarantamila ettari di vitigno che serviranno a contrastare il fenomeno dell’immigrazione. Capofila Francois Desirè Bazie, titolare dell’azienda massese che produce prodotti locali. .

In Africa è nata la prima vigna toscana della storia del continente. Quarantamila ettari di vitigno toscano in Burkina Faso che serviranno a contrastare il fenomeno delle migrazioni. Capofila della coltivazione è l’ex rifugiato politico Francois Desirè Bazie (44anni), oggi stimato vignaiolo e titolare dell’azienda agricola ‘In Candia bio’, che produce vino del Candia dei Colli Apuani Doc. Produrre vino toscano in Africa è un progetto che sta realizzando Coldiretti Toscana, che a livello nazionale ha promosso insieme a Bf, Filiera Italia e CaI (Consorzi agrari d’Italia) uno dei progetti del Piano Mattei per l’Africa del Governo italiano, che prevede appunto la coltivazione di oltre 40 mila ettari tra Algeri, Angola, Egitto e Ghana, una zona molto povera ma ricca d’acqua.

Il Piano Mattei servirà per esportare in Africa le tecniche colturali, le sementi, i macchinari e la tecnologia necessaria a coltivare in loco, allo scopo di favorire la cooperazione con i paesi in via di sviluppo e creare le condizioni per sviluppare un’agricoltura sostenibile che sia da traino per l’economia e la società contrastando la povertà e le disuguaglianze. I dettagli nelle parole dell’imprenditore Francois Desirè Bazie. "L’esperienza del vitigno sta andando molto bene, per adesso abbiamo piantato 1005 piantine – spiega Bazie –, e altre 24mila saranno piantate nel mese di ottobre, restano ancora da coltivare dieci ettari".

Un vitigno autoctono toscano che sta nascendo nella campagna di Bagre, nella provincia di Boulgou. "Dall’Italia ho portato le barbatelle di vermentino, sangiovese, massaretta, cabernet e merlot – prosegue il viticoltore –. Ad oggi al progetto stanno lavorando circa un’ottantina di ragazzi. Giovani che stanno dimostrando dedizione e che oggi riescono ad intravedere una prospettiva per restare. Costruiremo una cantina e produrremo qui il primo vino con vitigni toscani per il mercato africano. Ora c’è un pezzo della Toscana nella mia terra di origine".

Due produzioni per arrivare alla produzione di vino rosso e bianco. "I terreni di produzione sono circondati dall’acque e il clima è buono, per questo penso che si potranno fare due vendemmie all’anno. In Africa non esistono vitigni e non esiste la cultura del vino e dell’uvaggio, spesso confuso con la birra o con i liquori. Ci sarà una doppia produzione: il rosso Naba e il bianco Yennega, dedicato alla guerriera che ha fondato il Burkina Faso". "Con questo progetto il nostro governo cerca di fermare l’immigrazione e dare lavoro, per me è un onore esportare l’eccellenza italiana e insegnare tutto quello che ho imparato in Italia. Sono anche iniziate delle degustazioni di vino del Candia, le facciamo una volta al mese. Oltre ad educare alla cultura del vino facciamo vedere dei video di come si lavora la vigna e come si produce il vino".

Alessandra Poggi