Quando l’acqua diventa ’ribelle’. I torrenti Carrione e Parmignola. Quel difficile legame con la città

Le prime esondazioni documentate del rigagnolo al confine con Sarzana risalgono al lontano 1588. Il principale fiume del territorio invece ha da sempre destato preoccupazioni alle amministrazioni . .

Quando l’acqua diventa ’ribelle’. I torrenti Carrione e Parmignola. Quel difficile legame con la città

Il torrente Carrione attraversa completamente la città

A vederli sembrano due torrenti tranquilli, quasi innocui, ma quando le piogge li gonfiano fanno paura e si trasformano, escono dai loro letti e seminano danni e distruzione. Il Carrione e il Parmignola sono corsi di acque ribelli che nei secoli i carraresi hanno provato a domare, con scarsi risultati visto che periodicamente si riprendono la scena (e anche pezzi del territorio che va sott’acqua). Le prime esondazioni documentate del Parmignola risalgono al 1588 con l’uscita nel corso superiore che interessa il Padule e le Prade in Campo d’Appio, mentre nel 1611 il sovrano Alberico I obbliga la comunità a provvedere a ripulire la Fossa Maestra (che raccoglie diversi scoli dei campi) soggetta a riempimenti di terra che ostruiscono il passaggio dell’acqua.

Già a quel tempo quella del Parmignola è una questione lunga due secoli, caratterizzata dai contrasti per questioni di confine tra il principato di Carrara e la vicina repubblica di Genova, che poi vuol dire costi per la manutenzione del torrente. Due secoli di trattati (fin dal 1458) prima approvati e poi disattesi. Nel XVIII secolo i due stati si fronteggiano con le relazioni dei due ingegneri incaricati della soluzione (Francesco Bombici per Carrara, Matteo Vinzoni per Genova), relazioni che portano alla rottura di ogni accordo quando si prova a risalire all’alveo originale di un corso d’acqua che esonda un pò di qua e un po’ di là dal confine. E a poco servono i progetti che costellano il XVIII secolo.

E come se non bastasse, ci si mettono anche le acque della Fossa Maestra che rigurgitano verso monte allagando i campi. Il Carrione non è da meno: è tutto in territorio carrarese e quindi non ci sono problemi di confini, ma le acque scendono precipitose verso Caina per poi ricevere le acque del torrente Gragnana e dai canali di San Francesco, san Ceccardo, Ficola, Valenza, Corvenale, Monticello (oggi diversi canali sono stati tombati).

La tortuosità del percorso e la irregolarità del suo letto con ghiaie e ridossi, ne fanno un torrente “orgoglioso, con acque che portano la loro furibonda rabbia” è scritto nella relazione dell’ingegnere Rocco Vincenzo Francesconi del 1795 che suggerisce l’esecuzione di lavori di inalveamento e contro le corrosioni delle sponde come alla Scalamata, San Giacomo, san Ceccardo, le Grazie. Il Parmignola avrà un letto definito solo molto più tardi, il Carrione verrà raddrizzato nel tratto Avenza-Marina solo nell’800. Ma le alluvioni dell’ultimo decennio raccontano ancora di acque ribelli.

Maurizio Munda