
Lo spettacolo delle camelie della Villa Reale di Marlia
Chi si addentra sul lungo percorso del Viale delle Camelie di Villa Reale di Marlia si trova a passeggiare fra la bellezza e la storia. Il bosco di camelie di Villa Reale sorprende per la grandezza e rarità degli esemplari, veri i propri alberi carichi di fiori di tutte le gradazioni del bianco, dell’avorio, dei rosa e dei rossi, con forme scempie doppie o stradoppie, con petali carnosi e fogge geometriche o globiformi e irregolari, tessiture variegate marmorizzate e mutevoli.
Lo spettacolo prosegue anche quando i petali cadono a terra formando ampie distese variopinte, lussureggianti tappeti fioriti. La Camellia japonica giunta in Inghilterra dalla Cina alla fine del XVIII secolo era una pianta rara e ambita. Elisa Bonaparte appena arrivata a Lucca acquistò la villa Orsetti di Marlia per trasformarla nella sua reggia: ingrandì enormemente il parco trasformandolo in giardino di paesaggio.
Volle le piante piante più rare e così nel 1808 fece arrivare dalla Reggia di Caserta una delle prime camelie della Lucchesia. La collezione di camelie continuò ad arricchirsi con i Borbone, negli anni ‘20 e ‘30 dell’Ottocento, quando si scoprì l’enorme variabilità di questa specie che permetteva di ottenere selezioni sempre nuove e dalla bellezza straordinaria. Il nucleo centrale della collezione di Villa Reale è costituito da una cinquantina esemplari disposti lungo il ruscello che corre lungo la zona settentrionale del parco fino al laghetto: il Viale delle Camelie.
Vi si possono ammirare alcune delle più famose cultivar italiane ed europee del XIX secolo: le primissime selezioni negli anni ‘30 dell’Ottocento come Rosa Mundi, Duchesse Decazes, Oscar Borrini; quelle degli anni ‘30 e ‘40 frutto di selezioni più evolute e particolari con nomi aristocratici o letterari come Onore di Bibbiani, Mutabilis Traversi, Prince Eugene Napoleon, Francesca da Rimini. La fama dei giardini di Villa Reale superò ben presto i confini, perfino il principe di Metternich li volle visitare per uno stupore che ancora oggi si rinnova grazie all’amore e agli imponenti restauri che i nuovi proprietari, Henric e Marina Grönberg, hanno affrontato dal 2015.