Il deus ex machina è lei. Alessandra Guidi, architetto e co-titolare di Event Service srl, produttore unico di Vini delle Coste.
Un nuovo appuntamento enologico nella città di Lucca. Cosa lo caratterizza?
“Il desiderio di raccontare autenticamente storie di donne e uomini che hanno scelto la viticoltura non solo come mestiere ma come uno strumento per la cura del territorio, la ricerca di bellezza e l’impegno per la costruzione, nel rapporto quotidiano con la terra, di rinnovate relazioni umane“.
Quest’anno la selezione degli espositori privilegia le aziende agricole artigiane: che caratteristiche hanno?
“Sono presenti all’evento esclusivamente aziende che esplicitano al loro interno le tre funzioni, non una esclusa: gestione del vigneto fino alla raccolta dell’uva, trasformazione in vino dell’uva raccolta, commercializzazione del prodotto. Una scelta precisa quindi: vignaioli che coltivano, conoscono e valorizzano i terreni e scelgono una strada di trasparenza con vini imbottigliati all’origine. Possiamo quindi parlare di “artigiani del vino”.
Insieme alle esperienze di agricoltura biodinamica cosa presenterete?
“Sarà presente la rete d’impresa Lucca Biodinamica e tante altre aziende che operano in questo regime. La sostenibilità come attenzione all’ambiente ma anche al sociale, in questo caso con la rete d’impresa di agricoltura sociale della provincia di Lucca, impegnata in progetti di inserimento lavorativo di categorie svantaggiate. Senza dimenticare le molte aziende presenti che operano in spazi “estremi” praticando la viticoltura eroica per salvare le culture agricole con tecniche di coltivazione manuale e tradizionale“.
Qual è il pubblico di Vini delle Coste?
“Negli ultimi anni l’utenza è molto cambiata. Quando abbiamo iniziato a organizzare eventi di promozione enologica, nel 2012, i dati raccolti evidenziavano una netta prevalenza di presenze maschili over 50. Tredici anni dopo ci troviamo di fronte a un pubblico giovane, con grande percentuale femminile, colto e consapevole, chiaramente orientato nei consumi“.
Giovani ma già esperti?
“I delegati Ais e Fisar del territorio ci confermano questa tendenza anche nei corsi di formazione di primo livello per sommelier e nelle attività di educazione alla degustazione. Lo si è detto per molti anni: bere meno ma bere meglio. Oggi questa tendenza a privilegiare acquisti di qualità rispetto alla quantità pare stia concretizzandosi con scelte verso aziende artigianali biologiche e biodinamiche“.