ORLANDO PACCHIANI
Eventi e fiere

Wine&Siena celebra il decennale: l'evento enologico che apre l'anno a Siena

Wine&Siena festeggia dieci anni di successi. Helmut Köcher: "Evento consolidato, senza data di scadenza".

Helmut Köcher, patron del Merano Wine Festival, ideatore del Wine&Siena

Helmut Köcher, patron del Merano Wine Festival, ideatore del Wine&Siena

Sbarcò a Siena nel 2016, forte della consolidata reputazione del Merano Mine Festival, grazie a un’idea del presidente di Confcommercio Stefano Bernardini e alla passione di un compagno di strada come Andrea Vanni, senese trapiantato in Alto Adige. "Da tanto tempo parlavamo con Andrea di fare un evento a Siena perché il suo cuore era qua, purtroppo oggi non è più tra noi per festeggiare il decennale di Wine&Siena", dice Helmut Köcher, patron dell’evento meranese e di quello senese.

Il decimo anno della manifestazione è un traguardo importante, cosa significa per lei? "Se abbiamo raggiunto questo traguardo, vuol dire che l’evento è consolidato. L’importante è che le istituzioni e il territorio continuino a crederci come hanno fatto in tutti questi anni. Se sarà così, non abbiamo data di scadenza".

Se lo sarebbe aspettato, nel 2016? "Siamo partiti con Stefano Bernardini e Confcommercio, il Comune, il Monte dei Paschi che ci aprì Rocca Salimbeni, la Camera di commercio. Si capì, allora, che un evento come questo mancava a un territorio che ha le sue produzioni di pregio, ha dato origine al Vinitaly, ha fatto la storia con Enoteca italiana. C’erano tutte le caratteristiche per fare qualcosa di importante. E infatti il primo anno fu subito un successo".

Qual è la sua forza, oltre al rapporto con un territorio vocato al settore? "È il primo evento di livello dell’anno, apre le danze di tutto il movimento. E va anche detto che dieci anni non c’erano così tanti appuntamenti dedicati al vino. E Siena rappresenta un’occasione speciale".

Perché, cosa la rende così affascinante? "Quando vieni in questo centro storico meraviglioso, prima attraversi un territorio che è il cuore della viticoltura italiana. E puoi toccare con mano il rapporto tra territorio e città, personalmente è un’emozione che si rinnova ogni volta e che penso si possa trasmettere a chiunque viene qui con la voglia di immergersi in questa realtà".

E su cosa ha scelto di basare Wine&Siena? "Sulla qualità dei prodotti, a partire dal lavoro delle commissioni di assaggio, la stessa logica che da trentaquattro anni ha fatto la fortuna del Merano Mine Festival".

Che momento vive il vino, tra difficoltà nella produzione, cambi nei gusti, inchieste tv e quant’altro? "Veniamo da due annate in cui la produzione non è andata come si sperava. E alcune inchieste ci richiamano alla necessità di aumentare la comunicazione su tutta la filiera e la chiarezza su tutti i processi, perché alla fine il garante è sempre il produttore. Ma nonostante alcune situazioni di difficoltà, ritengo che siamo ancora messi bene".

Su cosa basa questa convinzione? "L’Italia ha un patrimonio vitivinicolo straordinario, con tanti vitigni da nord a sud che ci permettono di cambiare modalità di produzione e far fronte anche al cambio di gusti e abitudini del consumatore. Anche se dovrebbero essere prese più sul serio e sfide che ci impone il cambiamento climatico".

Che ne pensa del dibattito sul vino dealcolato? "Non credo che sia in concorrenza con il vino, semplicemente è un altro prodotto. Andrebbe anche chiamato in un altro modo, perché se non è sottoposto ai processi di fermentazione e affinamento, non è vino. È un aperitivo come un altro".

Ma di fronte a tutti questi cambiamenti, quale sarà il futuro della nostra produzione? "L’Italia dovrebbe ampliare le quote di mercato all’estero. Per esempio l’Expo di Osaka sarà un’opportunità per cercare di crescere in un’area dove l’Italia ha il 10-12 per cento del mercato, un quinto della Francia. Investendo in comunicazione e sulla forza dei nostri prodotti, possiamo crescere. L’importante è non muoversi da soli a fare squadra, sfruttando il nostro grande patrimonio".