NICCOLO' GRAMIGNI
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Festività

Cgil Toscana: Parità di genere e lavoro delle donne, ancora molta strada da fare

La Cgil Toscana sottolinea le sfide per la parità di genere nel lavoro, evidenziando molestie e necessità di servizi migliori.

Laura Sostegni

Laura Sostegni

FIRENZELa Cgil in prima linea per ricordare a tutti che tanto lavoro deve essere fatto ancora in termini di parità tra donne e uomini. "E’ vero, guardando i dati la situazione per le donne è tutt’altro che migliorata – afferma Anna Maria Romano della segreteria Cgil Toscana –. Vediamo che le donne partecipano al mercato del lavoro nelle mansioni più fragili e con posizioni più povere: tutto ciò nonostante ci sia un aumento della percentuale di ragazze laureate, con numeri più consistenti rispetto agli uomini e anche nelle materie Stem. Viviamo in un paese dove la premier Meloni si riempie la bocca con la parola famiglia senza però mettere in atto politiche di welfare che siano in grado di dare alle donne la libertà di scegliere rispetto al proprio lavoro".

Secondo Romano "sui luoghi di lavoro c’è anche un problema di molestie, una forma di violenza di genere diffusa in tutta l’Ue. E infatti come Cgil Toscana siamo dentro, insieme ad altri soggetti, al progetto Teamwork2, che vuole rafforzare i meccanismi di prevenzione e protezione. Questo, attraverso il capacity building e la collaborazione tra agenzie, mettendo in condizione di denunciare il problema attraverso la creazione di nuovi servizi ampiamente accessibili".

In generale la Toscana, spiega Romano, ha comunque "una situazione migliore rispetto ad altre regioni, è tra le prime quattro d’Italia per coperture dei servizi di prima infanzia. Questo ovviamente non è ancora sufficiente. Quando si parla di sostenere il lavoro delle donne significa per esempio incrementare il trasporto pubblico: nelle famiglie dove la povertà cresce spesso c’è solo un’automobile e normalmente la usa l’uomo". Sul futuro Romano ha un’idea precisa: "Dobbiamo offrire servizi che guardano alla vita delle donne a 360 gradi. Fare un’analisi dell’impatto di genere, di quello che viene offerto, a partire da sanità, trasporti pubblici, sicurezza. E poi, visto che a breve ci saranno anche le Regionali, ricordo che l’astensionismo delle donne alle ultime politiche è stato allarmante, sei su dieci non hanno votato. Per cui la prima cosa che dobbiamo fare è riprenderci in mano la parola, a partire dai 5 referendum" su lavoro e cittadinanza che vedono la Cgil tra i promotori.

Proprio i referendum, aggiunge Marisa Grilli della segreteria Spi Cgil, sono una parte essenziale per dare "più garanzie alle donne". Secondo Grilli "questo è un 8 marzo molto particolare perché in tutto il mondo si affacciano forze reazionarie che non considerano i diritti delle donne. E poi questo 8 marzo si colloca tra scenari di guerra terribili, dall’Ucraina al Medio Oriente". Il contesto dunque "è drammatico. I referendum della Cgil sono appunto importanti per cambiare e migliorare la vita delle donne". Laura Sostegni, della segreteria Spi-Cgil Firenze e responsabile politiche di genere, evidenzia che le "donne percepiscono il 30% in meno dell’importo della pensione rispetto agli uomini. C’è un gap di circa 40 milioni di erogato tra i due generi nel totale che l’Inps eroga in pensioni". Per il futuro, "visto che l’Italia è un paese che invecchia, è necessario investire sulla prevenzione della salute, sui buoni stili di vita".

Niccolò Gramigni