FIRENZE
Sono due i passaggi culturali patrimonio dell’Umanità. Uno è il paesaggio della Val d’Orcia. Distese verdi e sconfinate, dove piccoli borghi fanno capolino tra le sinuose colline di un quadro naturale che racchiude l’essenza stessa della Toscana, in quanto viva rappresentante del pensiero umanistico, utopico e ricco di pace e serenità. Il secondo è l’espressione più alta dell’interazione con la natura non di un uomo ma di una famiglia, quella de I Medici, che ha saputo coniugare potere e splendore ridefinendo il concetto stesso di grandezza, rintracciabile ancora oggi nella fitta rete di proprietà che più di tutte ne rispecchiano l’influenza: le Ville Medicee, di cui 14 tra residenze e giardini, dichiarate nel 2013, Patrimonio Mondiale dell’Umanità (nella foto di Stefano Casati, villa della Petraia).
La natura è stata generosa con la Toscana ma l’interazione con l’uomo è stata fondamentale nelle tre MAB. L’acronimo sta appunto per Man and Bhiospere, il programma per migliorare la relazione tra uomo e ambiente attraverso le riserve della Biosfera (tre): l’Arcipelago delle isole toscane, le selve costiere di Toscana (area protetta di 32mila ettari totali), l’Appennino tosco-emiliano.
Quindi i due geoparchi: il Parco Minerario Toscano delle Colline Metallifere e il Parco delle Alpi Apuane. E infine il sito seriale transnazionale delle “Antiche faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa“ (ben 18), dove spiccano le faggete vetuste del Parco Nazionale delle Foreste casentinesi.