Sabato 21 settembre 2024, Pistoia è stata teatro di una delle tappe più attese del Gran Premio Nuvolari, un evento che non solo celebra il mito dell'automobilismo Tazio Nuvolari, ma offre anche alle nuove generazioni di piloti l’opportunità di mettersi alla prova su vetture d'epoca che hanno fatto la storia delle corse. Organizzata dalla Scuderia Mantova Corse A.S.D., la manifestazione ha visto ben 300 auto storiche sfilare per le strade della città toscana, attraversando Via Cavour fino a raggiungere il Passo della Collina Vecchia. La tappa pistoiese, resa possibile grazie alla collaborazione con ACI Pistoia, ha avuto un valore speciale: è stata infatti dedicata al centenario della nascita di Carlo Chiti, l’ingegnere originario di Pistoia che ha lasciato un segno indelebile nel mondo dell’automobilismo, in particolare per i suoi successi come progettista alla Ferrari e in Alfa Romeo. Tra i momenti clou della giornata, il controllo timbro, allestito nei pressi della storica Chiesa di San Giovanni Fuorcivitas, punto di riferimento per gli appassionati e i curiosi. Carlo Chiti, nato nel 1924 a Pistoia, si laurea in Ingegneria aeronautica all'Università di Pisa a 27 anni e viene subito assunto da Alfa Romeo nel reparto corse, dove lavora per quasi 30 anni. Nel 1957 passa alla Ferrari, dove è chiamato a sostituire l’ingegner Fraschetti, deceduto in un incidente. Qui progetta la leggendaria Ferrari F156 "Shark Nose", con la quale vince il Mondiale piloti con Phil Hill e quello costruttori nel 1961. Durante questo periodo introduce innovazioni aerodinamiche, come l'uso pionieristico di uno spoiler sulla 246SP, camuffato come un semplice pezzo di metallo per nascondere il suo scopo reale. Dopo il successo con la F156, Chiti lascia la Ferrari nel 1963 e, insieme a Romolo Tavoni e Giotto Bizzarrini, fonda l'ATS (Automobili Turismo Sport), che però non riesce a ottenere grandi successi. Nel 1966 torna in Alfa Romeo come Direttore Generale dell'Autodelta, il reparto corse della casa, dove sviluppa auto vincenti come la Giulia TZ1 e la 33TT12. Quest'ultima gli permette di vincere il Mondiale Marche nel 1975 e di nuovo nel 1977, con una versione migliorata. Nel 1978, Chiti ottiene un'altra importante vittoria con la Brabham-Alfa Romeo BT46/B al GP di Svezia, grazie a un innovativo ventilatore che crea un forte effetto suolo, subito bandito per la sua eccessiva efficacia. Dopo aver lasciato Alfa Romeo nel 1985, Chiti fonda la Motori Moderni per sviluppare motori da corsa, collaborando con scuderie come Minardi e Subaru. Muore nel 1994 a Milano lasciando una grandissima eredità nel mondo dei motori e non solo, rimanendo impresso come uno degli ingegneri più talentuosi che l’Italia abbia mai potuto vantare.
MotoriLa tappa di Pistoia per celebrare i 100 anni della nascita dell'indimenticato Carlo Chiti