Leopard 4x4: quando il fuoristrada è divertimento

Passione / A Pistoia ha sede il club fuoristradistico più numeroso d'Italia, con 300 iscritti, da sempre caratterizzato da una forte connotazione turistica

Agli eventi organizzati dal club accorrono partecipanti da tutta Italia

Agli eventi organizzati dal club accorrono partecipanti da tutta Italia

Fuoristrada. Un mondo a parte. Per il tipo di veicoli, certo, ma non solo. Il fuoristradismo è una branca speciale dell’automobilismo: mezzi speciali per scopi speciali. In mezzo, tanto divertimento. Lo sanno bene anche a Pistoia e dintorni. La città è infatti sede del club fuoristradistico più numeroso d’Italia, il Leopard 4x4: circa 300 iscritti, di cui oltre un centinaio under 30. Un club che è sempre stato attivo e visibile sul territorio, sin dagli albori, e sempre a testa alta. «La nostra è un’associazione di appassionati fuoristradisti - racconta Marco Pacini, vicepresidente del club nonché presidente della Federazione Italia Fuoristrada -, e 300 iscritti vuol dire anche 300 veicoli. Inoltre, quando organizziamo i nostri raduni, vengono da tutta Italia, e le persone vanno a riempire alberghi e ristoranti, creando anche un indotto economico per Pistoia». La storia del Leopard 4x4 parte addirittura già nel 1982. «Il club nasce da una costola del Panzer Club di Prato. Con il nome “Leopard” abbiamo voluto “affievolire” il riferimento bellico di “Panzer”, però storicamente i veicoli fuoristrada nascono dall’industria militare, a partire dalle Jeep Willys lasciate in Italia dagli americani e successivamente sistemate e riparate, per poi avere l’esplosione con modelli italiani come l’Alfa Romeo Matta e la Fiat Campagnola. E quindi negli anni Settanta i pistoiesi andavano appunto a fare fuoristrada a Prato - continua Pacini -. Poi, per questione di campanilismo, decisero di costituire un proprio club. E lo fecero dando il via a due attività che sono ancora presenti nella nostra tradizione: il Raduno delle Colline Pistoiesi e la Pistoia-Mare, una due giorni a cadenza biennale che dall’Appennino porta a Camaiore. Eventi che hanno alla base lo scopo di divertirsi, ma soprattutto quello di far conoscere il territorio in cui viviamo anche in funzione turistica. Ma non attraverso le strade di massa, ma quelle secondarie: una rete importantissima per tutte le regioni. Qui nel pistoiese abbiamo infatti delle strade collinari abbastanza strette che attraversano dei borghi che senza i nostri eventi rimarrebbero sconosciuti. In seguito, nel corso degli anni - prosegue Pacini -, il Leopard 4x4 è andato avanti per 25 anni radicandosi fortemente nel territorio e collaborando costantemente con le istituzioni. A fine anni Novanta-primi anni Duemila abbiamo iniziato a collaborare anche con l’Arciconfraternita della Misericordia di Pistoia. La loro Protezione Civile aveva alcuni veicoli, ma non la competenza per guidarli in determinate situazioni. Abbiamo quindi iniziato a tenere dei corsi, e oggi il club vanta ben 12 istruttori federali. Il cambiamento più significativo della nostra storia avviene però tra il 2005 e il 2007, in cui creiamo un raduno enorme (140 km), appunto il Colline Pistoiesi, dove toccavamo anche l’asfalto. Questo raduno è diventato famoso nel nostro settore, attirando partecipanti da tutta Italia e generando tanto entusiasmo. Entusiasmo che si riflette anche sull’attività quotidiana del club, che riesce così ad attrarre nuovi soci, favorendo anche un ricambio generazionale, con tanti giovani». Pacini si sofferma poi a sottolineare la filosofia del Leopard 4x4: «Quando oggi in tv ci fanno vedere le pubblicità dei fuoristrada, vediamo sempre deserti, lande infinite, enormi spazi aperti, e ci si concentra sul desiderio di libertà e sul “con quest’auto vado dove mi pare”. Tutto ciò rasenta un po’ l’anarchia. I club fuoristradistici d’Italia sono importanti in tal senso. Sono veri e propri presidi territoriali, e ti spiegano cos’è la guida in fuoristrada, come ci si comporta, quali sono le regole da rispettare, che non possiamo “andare dove ci pare”, che bisogna rispettare il prossimo. Noi nasciamo per divertirci ma anche per convivere pacificamente con tutti. Ecco perché lavoriamo e investiamo tanto sul nostro club». Questo concetto è poi il viatico perfetto per comprendere il ruolo sociale che non solo il club pistoiese, ma il movimento fuoristradistico tout court, riesce a ritagliarsi: «Il fuoristrada è tutt’oggi un veicolo insostituibile. Ci sono interventi d’emergenza in cui si può intervenire solo se si ha un mezzo fuoristrada. Basti pensare all’anno scorso, con l’alluvione avvenute nelle pianure pistoiesi, dove è ovviamente intervenuta la Protezione Civile e anche i fuoristradisti, che nei primi giorni, quelli dell’acqua alta, hanno svolto un ruolo fondamentale. Hanno portato derrate alimentari a chi ne aveva bisogno, hanno magari fatto sentire una voce amica a quella signora anziana impaurita dalla situazione. Per cui, il fuoristrada è insostituibile». Sotto questo punto di vista, il confronto con le auto elettriche è quasi fisiologico. «Io non sono contrario alle vetture elettriche - continua Pacini -, anche perché il motore elettrico su un fuoristrada sarebbe il massimo dell’efficienza. Ma sotto l’acqua non si possono utilizzare: il circuito elettrico prenderebbe fuoco. Infatti spesso, a chi mi chiede fin quando i veicoli fuoristrada tradizionali saranno utili, rispondo a mo’ di provocazione: i fuoristrada dureranno e saranno utili fin quando il trattore tradizionale durerà e sarà utile. Quando il trattore sarà elettrico, anche il veicolo fuoristrada potrà essere elettrico».