Marco Magnolfi, nato e cresciuto nella ridente terra toscana, ha dedicato più di mezzo secolo della sua vita al mondo dell'automobilismo, passando dai primi passi nel motorsport locale fino a lavorare accanto a grandi nomi internazionali e costruttori di rilievo. La sua carriera, ricca di passaggi significativi e di collaborazioni importanti, lo ha visto evolversi da giovane appassionato a tecnico di riferimento, capace di attraversare diverse epoche e categorie delle competizioni automobilistiche. Nel 1968, appena diciottenne, Magnolfi iniziò la sua carriera al fianco di piloti locali. Il contatto con le piccole realtà toscane segnò l'inizio di un percorso fatto di apprendimento e passione. A partire da queste prime esperienze, il suo talento lo portò a lavorare con vetture di prestigio come le Alfa Romeo di Aldo Bardelli e Silvano Cecchi, modelli iconici come l'Alfa 33 e la TZ2. Gli anni Settanta rappresentarono un periodo di transizione importante nella carriera di Magnolfi. Non solo partecipò a gare nazionali di rally, come il celebre Rally dell'Elba, ma intraprese anche l'attività di preparatore di vetture, trasformando modelli stradali in macchine da competizione. Tra le sue creazioni spicca la Lancia Stratos, che trasformò in versione Gruppo 4 da rally, contribuendo a consolidare la sua reputazione nel panorama delle corse su strada e su pista. Dopo aver esplorato il mondo del rally, Magnolfi si orientò verso le competizioni su circuito, dove ebbe modo di lavorare con vetture del calibro della Talbot Gruppo A. Tuttavia, la svolta decisiva arrivò nel 1986, quando si dedicò al campionato italiano Sport Prototipi con Alfa Romeo, conquistando il titolo per ben due anni consecutivi, nel 1987 e nel 1988. In quegli anni, Magnolfi non si limitò a gestire le vetture in gara, ma iniziò anche a costruire e sviluppare prototipi da zero, dimostrando così il suo valore non solo come preparatore, ma anche come costruttore. Nel decennio successivo, gli anni Novanta, Magnolfi consolidò la sua carriera con una serie di collaborazioni di alto profilo. Lavorò a stretto contatto con Ettore Bogani, contribuendo allo sviluppo e alla costruzione di vetture da corsa. Questo sodalizio lo portò a gestire squadre corse come quella di Arturo Merzario, un pilota che rappresentava un punto di riferimento nell'ambiente delle corse automobilistiche italiane. Durante questo periodo, Magnolfi si impegnò anche nel mondo del Superturismo, gestendo Alfa 155 D2 e partecipando a numerose competizioni con risultati di rilievo. Uno degli episodi più significativi della carriera di Magnolfi fu la sua collaborazione con la scuderia Draco, con cui prese parte al campionato internazionale di Formula Opel. Durante questa esperienza, ebbe l'opportunità di lavorare con giovani talenti, alcuni dei quali sarebbero poi approdati in Formula 1, come Ricardo Zonta e Pedro Lamy. Questo periodo segnò anche il passaggio di Magnolfi alla Formula 3000, dove contribuì alla crescita di numerosi piloti emergenti. Con l'inizio del nuovo millennio, Magnolfi continuò a distinguersi come un riferimento nel mondo delle competizioni. La passione per le vetture sportive e le gare di Endurance lo accompagnò per diversi anni, ma nel 2004, dopo una lunga carriera, decise di ritirarsi dal mondo delle corse attive, anche a causa di un infortunio. Nonostante il ritiro, Magnolfi non abbandonò mai completamente il mondo delle auto. Nel periodo successivo si dedicò al restauro e alla realizzazione di repliche, in particolare della TZ2, un modello che ha sempre avuto un posto speciale nel suo cuore. Questa attività, svolta con precisione e passione, lo mantiene vicino al mondo che ha amato per tutta la vita. La vita di Marco Magnolfi rappresenta un percorso unico e straordinario all'interno del motorsport, segnato da una profonda dedizione e da un continuo desiderio di innovare. Dai primi passi nei rally locali fino alla creazione di prototipi vincenti e alla gestione di squadre internazionali, Magnolfi ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama automobilistico italiano.
MotoriMarco Magnolfi, ecco il "signor Motorsport": orgoglio toscano, dai rally fino ai prototipi