LAURA VALDESI
Palio di Siena

Palio, il mossiere: "Evitiamo rischi inutili"

Ambrosione tende la mano: "Collaboriamo"

Il mossiere Bartolo Ambrosione (foto Paolo Lazzeroni)

Il mossiere Bartolo Ambrosione (foto Paolo Lazzeroni)

Siena, 30 giugno 2019 - Il capitano della Pantera, Claudio Frati, aveva una sola richiesta da fare al mossiere Bartolo Ambrosione: ‘Che ci lasci giostrare, nelle tradizioni e nella giusta misura». E l’uomo del verrocchio, che il 2 luglio abbasserà il canape per la 14esima volta, uno dei più longevi della storia del Palio, coglie la palla al balzo per sottolineare, con signorilità e garbo, un concetto: «Bisogna avere un po’ di equilibrio e di buon senso. Da parte mia è obbligatorio, e se riesco a trasmetterlo si tramuta forse in fiducia. Da parte loro deve tornare indietro un po’ di collaborazione. Occorre cercare, nel rispetto assoluto dei ruoli e delle consegne che ognuno di noi ha, collaborazione per regalare a tutti una bella Festa».

La prima volta di Ambrosione è stato nel luglio 2004: cosa è cambiato da allora?

«Un po’ di anni in più addosso, ne ho compiuti 60! Il Palio ha accompagnato una fetta importante della mia vita, segnandola positivamente. Per cui sono molto legato alla Festa, anche per questo motivo, e non solo per le emozioni che mi regala».

Uno dei mossieri più longevi della storia: mai pensato di diventare il più presente in assoluto?

«No, mai. La cosa importante è godersi gli attimi, anche i più difficili, vivendoli al meglio».

Il segreto per trovare la concentrazione giusta?

«Cerco di arrivare il più libero possibile sul verrocchio, di non pensare alle cose che potrebbero accadere. Giungere al momento del Palio ‘fresco’. Si sale lì sopra anche con esperienze, a volte buone e altre meno della volta precedente, che restano in testa. Riuscire a sgombrare la mente è importante».

Mai avuto l’idea di fare due giri in Piazza?

«Eccome, sarebbe stata una cosa magica. Non sarei stato capace ma a 20 anni una prova di notte l’avrei fatta volentieri».

Ha parlato con il sindaco?

«E’ molto attento ad ogni particolare, nel rispetto dei ruoli. Sento una persona molto vicina. E sono molto felice di trovarmi a Siena. Spero di essere all’altezza del compito».

I cavalli a volte sembrano nati apposta per fare sorprese...

«Esatto. E io devo cercare di evitarle. Guardate cosa accaduto in batteria (quando sono caduti Paddeu e Techero, ndr)».

Con Techero cosa è accaduto?

«Ha un po’ sorpreso il fantino e un po’ anche me. Un cavallo probabilmente acerbo, sono situazioni pericolose. Quando si è trovato fronte al canape, ha effettuato una sorta di lanciata. Ripeto, ciò è rischioso. Situazioni che bisogna cercare di evitare».

Raccomandazioni ai fantini?

«Ci sarà modo per parlare e confrontarsi. Alla fine credo che sia importante evitare rischi inutili per arrivare con dieci cavalli in ordine la sera del Palio».

I cavalli visti in Piazza?

«Ottimi. Una preparazione fantastica. Ho trovato eccezionali i giovani impegnati nel secondo giorno di prove di notte. Galoppavano con serietà. Vuol dire che alle spalle c’è un lavoro progressivo che li porterà a diventare i barberi di domani».