Siena, 17 agosto 2019 - «Ho esultato soltanto nel momento in cui ho visto la bandiera». Ha appena riguardato quegli incredibili tre giri sul tufo, Alessandro Giorgi, unitamente alla rincorsa di Remorex al Bruco che neppure le nerbate di Brio sono riuscite a frenare.
Capitano, 4 giorni con Remorex e con Tittia.
«Bellissimi perché il popolo era unito, le donne meravigliose, hanno tirato su giorni eccezionali. Ma poi tutti. Per un capitano sentire il popolo felice e con voglia di combattere è una gioia incredibile. Chiaro, poi, il giorno del Palio si arriva lì e c’è la ‘guerra’. In effetti non è stato un Palio facile. E con un esordiente (Scangeo, ndr) che ha fatto una corsa molto, molto importante».
La mossa?
«Ho rivisto ora un attimo la fotografia, noi siamo stati abbastanza penalizzati. Ci vorrei riflettere e rivederla perbene per giudicare». Quando il cavallo era quarto pensava sempre di vincere? «Sono certo di avere una grande stalla. I fatti l’hanno dimostrato. Remorex è poi un cavallo che combatte, ero sempre fiducioso».
Ma quando Tittia è caduto?
«C’è stato quell’attimo che non volevi che accadesse... ma il Palio si vince anche scossi. Anzi, a questo punto mi verrebbe da dire, dato che dopo il ’19 siamo stati fino al ’53 in attesa, abbiamo rivinto scossi. Spero di aver scacciato il centenario che ci si portava dietro trionfando, appunto, così».
La dedica del trionfo a chi va?
«Alla Selva e alla mia famiglia che mi ha supportato in questi anni di esperienza di Palio. A Remorex, a Giovanni, a tutti».
Gli istanti dell’arrivo al fotofinish come sono stati?
«Chi è di Siena sa quello che si prova. Indescrivibile ciò che senti dentro».
Ha capito subito che il Drappellone di Manara sarebbe finito in Vallepiatta?
Ero indeciso, mi sembrava Selva però. Forse per quelli del Bruco era al contrario. Giusto aspettare l’uscita della bandiera».
Che differenza fra questa vittoria da capitano e quella del 2015 da mangino?
«Sempre belle, comprese quelle da contradaiolo semplice. In questo momento sono uno della Selva che ha vinto il Palio».
A chi paragonare Remorex?
«Forse Quebel... E’ un grande combattente. Sembra proprio che si diverta. Impressionante».
Ora verrà escluso per manifesta superiorità?
«No! Speriamo di no. Anche perché è un cavallo che in partenza ha da migliorare e se ricordo i tre Palii non è partito per nulla bene, può trovare intoppi in più».
Il capitano voleva vedere i segni da vicino nel Drappellone.
«Non mi ci ero concentrato». I fioretti? «Ho chiesto ai mangini di farli». Disponibile al Palio a sorpresa? «Pronto a qualunque cosa. Se c’è da combattere si fa. Dopodiché andiamo avanti, godiamoci questa vittoria che è grandissima».
Tittia la prima chiamata?
«Ai fantini che vincono il Palio si porta rispetto particolare nella Selva. Giovanni è molto ambito, ci sono altri colleghi importanti. Con un certo tipo di cavalli avevamo le nostre chance e ce le siamo giocate. Remorex era uno di quelli che volevamo e che a Tittia piacevano».
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