di Enrico Mattia Del Punta
PISA
Ricerca sulle grandi sfide globali con un processo di scelta dei temi che parta dai ricercatori. È la sfida sul medio-lungo termine del piano strategico dell’Università di Pisa, che in ambito di ricerca muove, tra bandi, collaborazioni con enti e risorse proprie, in media circa 60 milioni l’anno, oltre agli stipendi dei docenti e dei tecnici. Ne parliamo con il prorettore vicario, Giuseppe Iannaccone (nella foto), che ricorda l’attenzione per la ricerca dell’Ateneo, sempre più come centro di eccellenza: "La seconda più alta percentuale di docenti ‘top 2%’ mondiale tra i grandi atenei italiani".
Prorettore Iannaccone, a cosa si riferisce?
"Una classifica annuale stilata da Stanford e dalla casa editrice Elsevier indica i ricercatori che rappresentano il primo 2% mondiale per ogni disciplina per numero di citazioni ricevute. Pisa è – tra le grandi università italiane – la seconda per percentuale di propri docenti in quella lista".
Quali sono i progetti di ricerca più innovativi in corso?
"In questa fase siamo impegnati in numerosi progetti finanziati dal Pnrr, su una varietà di temi come calcolo ad alte prestazioni, mobilità sostenibile, nuovi materiali e intelligenza artificiale. Abbiamo 7 dipartimenti di eccellenza, in area umanistica e nelle aree scientifiche e tecniche. Svolgiamo numerosi progetti di ricerca europei, molti dei quali coordinati da noi".
Intelligenza artificiale, cosa è cambiato?
"Nel tempo, l’Ia ha attraversato periodi di grande attenzione e veri periodi di disgrazia, i cosiddetti ‘inverni dell’intelligenza artificiale’. Il successo dell’Ia dei nostri giorni avviene anche grazie ai laboratori di ricerca universitari che nel mondo hanno continuato a investire in questo campo, anche nei momenti di crisi. La ricerca a Pisa è sempre stata attiva e negli ultimi anni è cresciuta".
Quanto investe in ricerca l’Ateneo?
"In media, riesce a ottenere circa 25 milioni di euro all’anno da bandi competitivi e altri 10 milioni da collaborazioni bilaterali con enti e imprese. Inoltre, con risorse proprie, l’Università investe circa altri 20-25 milioni di euro, con quota importante destinata alle borse di dottorato di ricerca. A oggi, ci sono circa mille dottorandi a Pisa, finanziati da risorse proprie ed esterne".
Quanto è importante per un Paese fare ricerca?
"La ricerca è come l’arte, è il sintomo di un Paese ricco. Porta ricchezza, rende il tessuto industriale più competitivo, consente di formare e inserire nel mondo del lavoro persone preparate in un contesto che cambia rapidamente, e consente di generare nuove idee e tecniche su cui si basa l’idea stessa di progresso, una parola caduta in disuso".
Quali sono le prospettive future?
"Dobbiamo affrontare le grandi sfide dei nostri tempi. Abbiamo approvato un piano strategico che prevede il lancio di iniziative di ricerca sui grandi temi globali. Questi progetti nasceranno dal basso, i temi saranno proposti dai ricercatori".