di Lisa Ciardi
"In Toscana siamo da sempre convinti che la ricerca e l’alta formazione siano fondamentali, crediamo cioè che quelli in sapere, ricerca, trasferimento tecnologico, siano investimenti e non costi. Lo crediamo prima di tutto per promuovere la crescita delle giovani generazioni e poi per migliorare la competitività e l’attrattività del nostro sistema economico". A dichiararlo, Alessandra Nardini, assessora regionale a istruzione e diritto alla studio.
Assessora qual è il rapporto fra regione e atenei?
"Con le Università, le rettrici e i rettori, ci confrontiamo con regolarità, per fare sistema. In questi anni abbiamo sostenuto sinergie tra mondo dell’università, della ricerca e delle imprese che si sono rivelate preziose: penso al finanziamento ottenuto con fondi Pnrr destinati agli ecosistemi di innovazione. La Toscana si è presentata unita con una proposta di altissima qualità su scienze della vita e salute. Ma penso anche alle collaborazioni attivate, come l’Ufficio Regionale di Trasferimento Tecnologico, che opera a supporto del trasferimento di conoscenza e tecnologie verso le imprese regionali, all’Associazione di diritto belga Tour4eu che supporta le università nella partecipazione a finanziamenti e partenariati europei. Ricordo poi le borse di dottorato Pegaso, per dottorati organizzati in rete fra più Atenei toscani".
Quali le iniziative per evitare la dispersione scolastica?
"Prevenire la dispersione significa prevenire le disuguaglianze e bisogna intervenire fin dall’infanzia, penso al progetto regionale simbolo di questa legislatura: ’Nidi gratis’. Siamo impegnati nel mettere in campo una buona informazione sulle opportunità offerte in Toscana e un buon orientamento scolastico, uno dei pilastri dei nostri Pez, i Progetti educativi zonali che come Regione finanziamo e vengono realizzati dalle 35 Conferenze zonali. Nostro fiore all’occhiello è anche ‘Leggere Forte’".
In che modo aiutate i giovani nella scelta del giusto indirizzo?
"L’orientamento, che non deve essere limitato al momento della scelta, consente a studentesse e studenti di acquisire consapevolezza delle proprie passioni, sogni, inclinazioni, attitudini. La scelta deve essere consapevole, informata e libera da pregiudizi e stereotipi".
Ci faccia qualche esempio.
"Cerchiamo di far capire che non ci sono scuole di serie A, i licei, e scuole di serie B, gli istituti tecnici e professionali, ma neppure indirizzi e professioni da maschi e da femmine. Abbiamo lavorato poi moltissimo per far conoscere il ventaglio di opportunità che offriamo in Toscana, come i percorsi IeFP, Istruzione e Formazione Professionale; e gli Its Academy, che collegano più saldamente formazione e lavoro. Per l’orientamento universitario lavoriamo in modo sinergico con le Università anche attraverso l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio".
Differenze di genere: cosa fare?
"Oggi in Toscana le studentesse sono oltre il 57% degli iscritti all’università, ma restano differenze rilevanti nella scelta dei percorsi. Le ragazze ancora prediligono corsi di studio legati all’educazione e formazione dove rappresentavano il 93% dei laureati nel 2020, lingue 84%, indirizzo psicologico 81%. Viceversa fra i laureati in informatica e ingegneria industriale le ragazze rappresentano solo il 15% e il 25%. Nell’insieme delle discipline Stem sono il 39% dei laureati nel 2020, la stessa percentuale del 2010".
Dunque?
"Le studentesse devono sapere che possono sceglierle e realizzarsi esattamente come i loro compagni maschi. Eesistono anche forme di supporto: per le ragazze che intraprendono un percorso accademico in una disciplina Stem c’è infatti una borsa maggiorata del 20%".