Api a guardia dell’ambiente. Il progetto a Scapigliato per monitorare l’aria

Alveari e duecentomila esemplari per valutare la qualità dell’ecosistema nei dintorni dell’impianto di trattamento rifiuti con l’aiuto dell’Esa.

Api a guardia dell’ambiente. Il progetto a Scapigliato per monitorare l’aria

Alveari e duecentomila esemplari per valutare la qualità dell’ecosistema nei dintorni dell’impianto di trattamento rifiuti con l’aiuto dell’Esa.

Le api come ’sensori’ per valutare la qualità ambientale nell’area circostante l’impianto di trattamento rifiuti di Scapigliato. E’ la prima volta che si fa questa operazione con un approccio scientifico che puiò fare da apripista. Si tratta di un progetto per il monitoraggio della biodiversità attraverso le api che, come documenta l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), sono preziose sentinelle ambientali. Le api domestiche e selvatiche sono, infatti, responsabili di circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta e garantiscono circa il 35% della produzione globale di cibo, ma il 9,2% delle specie di api europee sono attualmente a rischio estinzione a causa di minacce come l’inquinamento. Dato il ruolo ecologico che ricoprono, queste hanno quindi un’importanza strategica nella valutazione della qualità dell’ambiente e dello stato degli ecosistemi naturali locali. Per realizzare il progetto di monitoraggio, all’interno del Polo impiantistico sono stati di recente installati quattro alveari, per un totale di circa 200mila api. Su due di questi alveari, grazie alla collaborazione con un’azienda leader nella tutela della biodiversità tramite la tecnologia, sono stati applicati degli avanzati sensori grazie ai quali l’alveare è in grado di “comunicare” lo stato di salute della api, registrando dati cruciali sulla colonia come peso, temperatura, umidità e intensità sonora. Ma non finisce qui. Oltre ai sensori collocati direttamente all’interno dei due alveari, ne sono stati collocati altri, detti “Spectrum”, che agiscono invece come un “orecchio elettronico”, rilevando la quantità e la tipologia di impollinatori grazie alle loro impronte sonore uniche. Il sistema di monitoraggio, inoltre, grazie ad un accordo del partner sul progetto con l’Agenzia spaziale europea (Esa), ai dati raccolti daisensori, affianca quelli ricavati dall’analisi delle immagini satellitari dell’area. Attraverso un sistema di rete neurale, in particolare, viene analizzata la diversità vegetale e il potenziale di biodiversità dell’ecosistema, utilizzando l’Intelligenza Artificiale e le immagini satellitari per mappare la biodiversità vegetale e l’idoneità dell’habitat per gli impollinatori. Due volte l’anno, infine, verranno analizzati anche i prodotti degli alveari, in primis miele e cera, per indagare la presenza di eventuali inquinanti.

Luca Filippi