Francesco Gabbani "Compleanno speciale Festeggio con la mia città"

Conto alla rovescia tra i fans per il concerto del 9 settembre alla Imm "Ho scelto di restare in questo territorio perché lo considero un luogo unico".

Francesco Gabbani "Compleanno speciale Festeggio con la mia città"

Francesco Gabbani il 9 settembre festeggerà 41 anni. E lo farà con un concerto evento il 9 settembre a Carrarafiere, nella sua città natale. "Considero Carrara un luogo unico, ci sono nato e cresciuto – racconta il cantautore apuano –, e ho scelto di continuare ad abitarci di base, nonostante le difficoltà logistiche che il mio lavoro comporta. L’unicità di Carrara sta nel fatto che nel giro di qualche chilometro si va dal mare ai monti con una conseguente varietà paesaggistica e vegetativa, difficilmente ritrovabile altrove. E poi c’è il lato artistico legato al marmo bianco, dove può capitare di bere un caffè in un bar e ritrovarsi a conversare con uno scultore quotato a livello mondiale, che è a Carrara per frequentare l’Accademia di belle arti ed affinare il suo prestigio artistico". Perché Carrarafiere?

"La scelta è di natura prettamente tecnica. Insieme al Comune di Carrara, che patrocina l’evento, e agli ingegneri, è stato convenuto che a Carrara l’unico luogo idoneo, in termini di sicurezza, per ospitare un evento con migliaia di persone, sia proprio Carrarafiere".

Può anticipare qualcosa?

"La specialità principale del concerto sarà tutta l’energia e l’emozione che metterò nel fare, finalmente, un concerto come si deve a Carrara, per celebrare il mio percorso artistico con i miei concittadini che mi hanno sempre supportato molto calorosamente, e far conoscere il mio luogo di origine a tutti i miei supporters. Sarà un concerto unico, dalle canzoni all’allestimento tecnico di palco".

Come ha scoperto l’amore per la musica?

"Sono nato e cresciuto in un ambiente musicale. Mio padre è un musicista e ha sempre avuto un negozio di strumenti musicali. Sono cresciuto tra batterie, pianoforti e chitarre. Inizialmente mi sono avvicinato agli strumenti per gioco, ma poi crescendo il gioco è diventato consapevolezza che la mia vita avrebbe avuto a che fare con la musica. Dopo aver studiato per diversi anni chitarra, la svolta è stata scoprire che la scrittura di canzoni appagava il mio desiderio espressivo e le ‘orecchie’ di chi mi stava attorno".

Dai locali di Carrara al palco dell’Ariston, un bel traguardo. "Per spiegare il percorso che mi ha portato dal suonare ‘cover blues’ nei locali della mia zona, a vincere il Festival di Sanremo, ci vorrebbe un libro, se non una saga. Ho iniziato a fare le prime serate a 15 anni e il primo Sanremo l’ho vinto a 33 anni: 17 anni di vita vissuta con il desiderio e l’obiettivo di far diventare la mia passione il mio lavoro. A 30 anni c’è stato un momento in cui volevo dedicarmi solo alla composizione di canzoni per altri cantanti (nell’ambiente si dice autore per terzi) e di non mettermi più in gioco come artista. Ma l’idea di mollare completamente non l’ho mai avuta. Mi è sempre stato chiaro che “chi molla, sicuramente non vince”".

Come definirebbe la sua notorietà?

"Non posso fare a meno di considerarla una naturale conseguenza di quello che faccio. Non ho mai fatto musica per diventare noto, ma sono noto perché ho sempre fatto musica".

E dopo il 9 settembre?

"Attualmente non ho una progettualità definita, se non quella di continuare a comporre e scrivere nuova musica, nuove canzoni che verosimilmente diventeranno il mio prossimo album".

Alessandra Poggi