Livorno porto della droga. Da anni ormai l’azione della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Dogane è così precisa che i sequestri sono sempre più frequenti. Ne parliamo con il comandante provinciale delle Fiamme Gialle Cesare Antuofermo.
Comandante, Livorno porto della droga?
"E’ uno dei porti che si affaccia sulle rotte internazionali della droga, insieme a Genova, La Spezia, Salerno, Gioia Tauro. E’ il porto della Toscana e quindi ha rilevanza".
Tanta droga fermata e tanta ne passa... Si sente dire anche questo
"Sì, purtroppo ma questo si basa sul nulla. Non ci arroghiamo la presunzione di aver fermato tutto ma alla fine restano i fatti ovvero che negli ultimi tre anni siamo passati da 100 chili di droga sequestrata a 500 chili. Il lavoro che stiamo facendo, basato su osservazione e meticolosità, nel tempo dà i suoi frutti. Vuol dire che stiamo orientando meglio le attività. C’è un insieme di finanzieri e doganieri più presente e con più partecipazione del sistema portuale. La nostra attività, oltre al contrasto degli stupefacenti, serve anche a tutelare la sicurezza degli operatori che lavorano anche di notte in porto e possono incontrare persone sbagliate. Dal mondo portuale c’è più disponibilità e comprensione".
Porto super sorvegliato dunque?
"Sì, ma oltre ai porti ci sono i carichi lasciati a mare dalle navi madri, oppure navi madri che arrivano e si affiancano ad unità e scaricano ma a volte i carichi si perdono. Capita spesso sulle coste italiane. La tratta prevalente della cocaina è quella che proviene dal Sud America, basta vedere cosa sta accadendo in Ecuador dove i narcos stanno reagendo. Il fumo invece da Marocco, Spagna e Turchia"Q
I carichi che arrivano a Livorno dove sono diretti?
"A Livorno ne ritorna una parte ma i carichi seguono altre direzione, Nord Italia, Roma, Nord est".
Qualche numero?
"Siamo quasi a 600 chili e ci sono anche dei fermi nostri sul territorio. Sul porto siamo a 550 chili, il 95% cocaina. Cocaina pura, al minuto spaccio tagliata per tre sono una tonnellata e mezza e si parla di 350 milioni. Purtroppo... c’è domanda"
Quante persone sono dislocate in porto?
"Una sessantina, tra vigilanza doganale, controllo merci, controllo animali. C’è anche un nucleo che fa solo stupefacenti con le unità cinofile. E’ un’attività integrata e c’è la sinergia con le Dogane, è una rete dove le informazioni, il colpo d’occhio può arrivare da qualunque parte. La Dogana, ad esempio, fa un’analisi documentale che noi non facciamo e possono cogliere qualcosa che non va. Messo a sistema con noi che siamo forze di polizia e possiamo accedere a banche dati, il sistema funziona. Se una nave è interessante, allora mettiamo dispositivi più forti e si centra meglio il controllo anche perché dobbiamo stare attenti a non intralciare le operazioni commerciali. Questo è importante".