MICHELE BUFALINO
Sport

Da insieme di giocatori a squadra vera. Pisa e il gran miracolo targato Inzaghi

In pochi mesi ha curato le ferite di un gruppo troppo fragile psicologicamente. Le mosse che hanno cambiato la stagione

Filippo Inzaghi, 51 anni, all’Arena con la Carrarese

Filippo Inzaghi, 51 anni, all’Arena con la Carrarese

Quella con la Salernitana è la partita di Pippo Inzaghi. Un’esperienza breve, ma intensa per il tecnico, terminata con un esonero che ha concluso un lungo periodo sfortunato per l’attuale allenatore del Pisa. Inzaghi infatti fu esonerato anche a Brescia in piena corsa per la Serie A, poi trovò una società sull’orlo del fallimento a Reggio Calabria e infine a Salerno non è riuscito a centrare gli obiettivi. Superpippo però è rimasto legato all’ambiente granata, tanto da organizzare ben due matrimoni con la compagna Angela Robusti, uno a Formentera con tanti vip e uno a Salerno. Poi il trasferimento a Pisa, in punta di piedi, nonostante l’entusiasmo che un ex campione del Mondo ha generato in città. La profonda conoscenza della categoria e anche dei giocatori, nonché la voglia dello stesso Inzaghi di voleri rimettere in gioco nella città della Torre Pendente, squadra che aveva sfiorato già in due occasioni, ha fatto la differenza.

Ma qual è il segreto del lavoro di Inzaghi fino a questo momento? Innanzitutto la volontà di cucire addosso il vestito giusto alla propria squadra. Pensare che, quando la società lo aveva contattato, il progetto da perseguire doveva essere quello del 4-3-3, ma sono bastati pochi giorni di ritiro e qualche colloquio per far subito pensare a quello che sarebbe stato il trend della squadra per tutta la stagione, un 3-4-2-1 dal quale il mister non si è mai discostato, tranne per variare qualcosa sul tema al cambiar delle partita, se la situazione lo richiedeva. Il tecnico ha saputo dare una nuova identità a una formazione che negli anni precedenti ha sfiorato il salto di categoria senza mai completarlo e che oggi, dopo quasi 3 anni, ha l’opportunità di tornare a provarci. Inzaghi ha esaltato molto le qualità del gruppo, con 22 giocatori di movimento impiegati.

Meno, in realtà, rispetto a tutte le altre squadre del campionato, ma tutti con un minutaggio maggiore in media. Ciò significa che, nel turnover di Inzaghi, tutti hanno il loro ruolo. Anche i singoli hanno avuto la propria parte con Tramoni, difficilmente sostituibile, per non parlare di Marius Marin, Stefano Moreo o Samuele Angori che, in pochi mesi, ha scalzato dalla titolarità Pietro Beruatto. E con un jolly in più, Gabriele Piccinini, pronto a prendersi le chiavi del centrocampo. A Pisa Inzaghi non ha portato solo competenze tattiche, ma anche un bagaglio di esperienza maturato ai massimi livelli del calcio mondiale. Le sue vittorie da giocatore – con il Milan e con la nazionale, tra scudetti, Champions League e i Mondiali, si riflettono nel suo approccio meticoloso e nella capacità di trasmettere ai suoi giocatori una mentalità vincente. Non è un caso che, sotto la sua gestione, il Pisa abbia migliorato la capacità di reagire nei momenti di difficoltà, storico difetto della squadra.