GIAMPAOLO MARCHINI
Sport

La coppia d’Europa. Biraghi e Gonzalez. Due leader in campo. Domani tocca a voi

Il capitano e il fantasista, da loro si attendono carattere e qualità

Biraghi e Gonzalez. Due leader in campo. Domani tocca a voi

Biraghi e Gonzalez. Due leader in campo. Domani tocca a voi

Tutti sono utili, nessuno è indispensabili, ma ci sono giocatori che sono "più" utili, rispetto ad altri. Non bisogna essere simpatici o solari - almeno in campo - per essere funzionali, in campo e nello spogliatoio. Non solo. Si dice che l’esempio non sia la cosa che influisce di più sugli altri. Ma l’unica cosa. Essere il leader o capitano di una squadra, un gruppo, una banda di fratelli non è solo l’attitudine a impartire ordini ma è qualcosa di più profondo, quasi intimo; legato a trasmettere fiducia, esperienza ed essere un punto di riferimento per gli altri.

E nel corso degli anni la Fiorentina si è sempre aggrappata a uomini di questo calibro, nella buona o cattiva sorte. E non serve avere una fettuccia di stoffa al braccio per certificare le doti da guida. E allora vedere Cristiano Biraghi sporcarsi le mani col fango per dare una mano agli alluvionati di Campi certifica che l’uomo, simpatico o meno, è "hombre vertical". Ultimamente anche in campo il suo contributo è cresciuto, come la rabbia per l’epilogo della finale persa la scorsa stagione con il West Ham. Da quel momento la voglia di riprovarci è diventata ancora più grande e la scomparsa tragica del dg Joe Barone ha dato un’ulteriore spinta emotiva. Quella promessa, mai svelata, tra Biraghi e Joe probabilmente va proprio in questa direzione.

Per arrivare ad alzare un trofeo ci sarà bisogno anche di lui, Nico Gonzalez, un altro dei "più" utili. L’argentino è probabilmente l’unico giocatore che si farebbe fatica a schierare in un assetto che non sia quello base. Perché la sua collocazione naturale, quella dove fa più male agli avversari è proprio nel tridente del 4-3-3 o come esterno offensivo nel 4-2-3-1. Tutti numeri che si adattano all’atteggiamento degli interpreti. E in questi ultimi due, Gonzalez è perfetto e lo si è visto. Sarebbe depotenziato in un centrocampo a 5 (costretto a coprire buona parte di campo) e non a proprio agio come seconda punta. Ecco perché Italiano alla fine non si è mai schiodato dal modulo base, fino a prendersi l’etichetta di talebano della difesa 4 e dei suoi derivati.

Senza Gonzalez, la Fiorentina ha fatto tanta fatica, non fosse altro perché nell’ultima parte del 2023 Nico aveva segnato sette reti. Poi, tra assenze e guai, fisici era fermato a uno solo, riprendendo il cammino nelle ultime gare tra campionato e coppa. Italia, nei momenti difficili, pur partendo sempre con il medesimo atteggiamento, ha provato a cambiare in corsa, proponendo anche una difesa a 3, Ma questo è un discorso che ci porta lontano dal concetto di fondamentale associato a Nico Gonzalez. E fondamentale dovrà esserlo anche nella notte di Atene. Per Firenze, la Fiorentina e per Joe.