Tra Pisa e Catanzaro in comune c’è Marius Marin. Arrivato in Calabria a soli 19 anni, riuscì a ritagliarsi il suo spazio con 28 partite disputate contribuendo alla salvezza della squadra. Catanzaro gli è rimasta nel cuore tanto che la scorsa stagione, dopo il 2-2 dell’Arena Garibaldi, Marin si è recato sotto il settore ospite dei giallorossi battendosi la mano sul cuore per un legame speciale. Quella stagione fu altamente formativa e mise su di lui gli occhi addosso della dirigenza nerazzurra con Giovanni Corrado e Roberto Gemmi, all’epoca diesse nerazzurro. Il Pisa così lo rilevò in prestito e, poco più che ventenne, Marin riuscì a partecipare da protagonista (con ben 32 partite tra campionato e playoff) alla promozione dei nerazzurri in Serie B in una squadra che, in quel momento, aveva come riferimenti Gucher, De Vitis e Izzillo, ben più esperti di lui. Così si guadagnò l’acquisto a titolo definitivo per soli 625 mila euro.
Col tempo e con gli anni il rumeno è diventato il calciatore straniero con il maggior numero di partite disputate di sempre in maglia nerazzurra, prima di infrangere il muro delle 200 presenze nella scorsa primavera, per entrare nella top 10 all time dei calciatori con il maggior numero di presenze di sempre della storia dello Sporting Club. Dalla sua Marin ha il merito di essersi adattato a qualunque allenatore. Da D’Angelo a Maran, passando per Aquilani e Inzaghi, per non parlare di chi in nazionale lo ha lanciato, come Adrian Mutu, che lo fece capitano anche nella nazionale under 21 e nella selezione olimpica rumena under 23, prima di diventare un punto fermo nello scacchiere tattico prima di Edward Iordanescu e poi dell’ex nerazzurro Mircea Lucescu, oggi ct della prima squadra della Romania. L’evoluzione di Marin passa da tanti fattori, ma a impressionare gli addetti ai lavori è stato il passaggio da calciatore di ‘rottura’ a vero e proprio factotum del centrocampo.
Una evoluzione arrivata, paradossalmente, in una delle peggiori stagioni del Pisa, con Alberto Aquilani in panchina, che lo ha trasformato in un giocatore di possesso e impostazione. Il ‘vizietto’ del cartellino giallo, suo storico difetto per la veemenza di un carattere tumultuoso è rimasto, ma con gli anni anche questo angolo si è smussato in una crescita esponenziale. Pensare che, all’esordio in nazionale, terminò in lacrime la sua prima esperienza venendo espulso dopo solo un minuto dal suo ingresso in campo. Marin ha lasciato un bel ricordo a Catanzaro prima di trasformarsi in una vera e propria bandiera del Pisa Sporting Club ed è recente il suo rinnovo contrattuale fino al 2026.