
Giovanni Seghetti, la moglie Daniela Sulli, e il figlio Andrea dietro al bancone del ristorante Cavallino Rosso in via Curtatone da 55 anni sinonimo di buon cibo, accoglienza e cucina rigorosamente toscana con pizza e forno a legna
Da 55 anni chi decide di passare da via Curtatone e fermarsi al Cavallino Rosso, ha la certezza di trovare il sorriso di Giovanni e Daniela, infaticabili ristoratori ancora oggi in prima linea dal 1969. Dal mattino alla sera, dal martedì alla domenica non c’è riposo. Giovanni Seghetti, classe ‘49 è dietro al bancone da dove con un occhio guarda la cucina e con l’altro accoglie i clienti, che non mancano né a pranzo né a cena. Daniela Sulli, 77 primavere sulle spalle, gestisce la sala, riuscendo a mettere chiunque a tavola. «Mi dispiace mandare via le persone che vogliono mangiare e qui mi prendono tutti in giro, dicono che riesco a trovare coperti anche dove non è possibile», sorride. I numeri la dicono lunga sull’impegno quotidiano: oltre 120 i coperti nelle sale interne che aumentano in estate quando c’è la possibilità di sfruttare anche lo spazio all’aperto. La passione per la cucina è stata tramandata dai genitori di Daniela, Romeo e Silia, proprietari del ristorante Belvedere a Montale, poi trasferiti a Prato. «Non sapevamo cosa aspettarci, sapevamo che era la città del tessile e dei tessuti rigenerati, ma fu una scommessa aprire», dice Giovanni. Una scommessa vinta. Il ristorante Cavallino Rosso è un’istituzione che racconta non solo la storia della gastronomia locale, ma anche quella di una comunità che, nel corso degli anni, ha saputo mantenere vive tradizioni e sapori autentici nonostante le grandi trasformazioni che all’esterno stavano avvenendo. Bandiera italiana stretta in quello che, negli anni, è diventato il quartiere più orientale della città. Il Cavallino Rosso è rimasto intatto e indenne, forte delle sue radici. Fondato nel 1969, il ristorante ha attraversato il tempo senza subirne gli effetti. Tanti i riconoscimenti arrivati: maestro del commercio, il premio dell’ospitalità italiana fino al re della pizza ottenuti da Giovanni Seghetti grande conoscitore dell’arte bianca della quale ha appreso segreti e manualità da un pizzaiolo napoletano. «C’è un segreto per fare la pizza migliore di tutte, ma non lo svelo». E come dargli torto. Sicuramente non può mancare la lievitazione di 24 ore con la pasta preparata al pomeriggio, buona per essere servita la sera successiva e rigorosamente cotta nel forno a legna che già la mattina alle 10 scoppietta e riscalda. Forno a legna e brace viva dove viene cotta la bistecca alla fiorentina, ma anche il galletto, il piccione e i crostini alla Cavallino Rosso vera golosità. Poi sedani alla pratese che non mancano mai nel menù e funghi, tanti funghi. Ma la vera ricetta a funzionare è quella della passione: «Grandissima passione per questo mestiere e costanza nel preparare i piatti oltre agli ingredienti sempre di prima qualità. La cosa più bella? Quando le persone ci dicono che mangiare da noi è sempre una garanzia», raccontano i titolari. Oggi, dopo oltre cinquant’anni di attività, il Ristorante Cavallino Rosso continua a essere un simbolo della tradizione culinaria pratese. La terza generazione della famiglia è già al lavoro, mantenendo vive le tradizioni e introducendo innovazioni che rendono il ristorante sempre attuale. A fianco dei genitori c’è Andrea, il figlio pasticcere ma anche grande cuoco che in cucina è affiancato da Samuele Cammelli, chef del ristorante da 18 anni mentre in sala c’è la zia Annalisa. Ogni piatto servito è un omaggio alla storia, in un’epoca di cambiamenti rapidi, il Cavallino Rosso rimane un faro di stabilità, pronto a continuare a deliziare i palati di chiunque varchi la sua soglia.
La storia
La pizzeria fondata il 9-9-1969. Ancora oggi con la stessa insegna

Il 9-9-1969 fu inaugurato in via Curtatone il ristorante pizzeria Cavallino Rosso da Giovanni. I proprietari Giovanni Seghetti e Daniela Sulli, coniugi nella vita, e infaticabili colleghi di lavoro aprirono l’attività insieme ai genitori di Daniela. Oggi al loro fianco c’è il figlio Andrea, con l’anima del pasticcere che ha svolto per anni, si occupa anche della pizzeria e della cucina. La scelta del nome? «Fu una casualità - dice il titolare - avevamo rilevato una pizzeria che era stata chiusa e c’era l’insegna Cavallino Rosso della marca di Brandy, l’abbiamo lasciata e ancora oggi funziona»

La ricetta Torta di mele annurca con crema alla vaniglia Ingredienti per 4 persone: 4 mele annurca 80 g di burro da panna da centrifuga 2 uova e 8 tuorli 150 g zucchero semolato 80 g di farina 0 1 bustina lievito in polvere 30 g di pinoli italiani sgusciati 100 g di uvetta macerata nel rum Crema alla vaniglia 8 tuorli d’uovo Mezzo litro latte intero 1 bacca vaniglia bourbon 150 g zucchero semolato 50 g farina 0 e cannella Procedimento: ammorbidire il burro, unire mele sbucciate e affettate e il resto degli ingredienti. Imburrare una teglia e infarinarla, adagiarvi l’impasto, e cuocere in forno a 180 gradi per 30 minuti. Procedimento crema Portare a ebollizione il latte, unire i semi di vaniglia e la cannella, aggiungere il pastello formato da uova, zucchero e farina. Cuocere stando attenti a lasciare il composto non eccessivamente sodo, ma molto cremoso. |