Ristorante Il Falcone a Poggio. Cibo genuino e accoglienza vera. Garanzia da sette generazioni

La famiglia Martini guida oggi uno dei ristoranti più conosciuti della provincia: amato per le preparazioni alla griglia è stato aperto nella prima metà del 1800. «Serve tanta passione»

Valerio Martini, settima generazione alla guida del ristorante in piazza XX Settembre a Poggio a Caiano, che oggi gestisce insieme alla moglie Letizia Conti. Nella foto grande la brigata e le figlie. Sotto il titolare e chef con la moglie

Valerio Martini, settima generazione alla guida del ristorante in piazza XX Settembre a Poggio a Caiano, che oggi gestisce insieme alla moglie Letizia Conti. Nella foto grande la brigata e le figlie. Sotto il titolare e chef con la moglie

In cucina c’è la radio in sottofondo. Sono le sei di mattina e i fuochi dello storico Ristorante Il Falcone sono già accesi. «Il sabato e la domenica dobbiamo metterci avanti con le linee delle preparazioni per essere pronti per il servizio in sala e anche per i piatti da asporto». Valerio Martini, settima generazione alla guida del ristorante in piazza XX Settembre a Poggio a Caiano, insieme alla moglie Letizia Conti è già in pista di primissima mattina. Sveglia all’alba e via con le preparazioni. «Questo lavoro lo fai soltanto se hai una grande passione, altrimenti non è possibile resistere», dice. Il fine settimana il pranzo a Il Falcone o il pollo arrosto avvolto nella carta gialla da portare a casa, sono una tradizione. Famiglie, giovani, anziani: non c’è poggese che non sia stato a mangiare dalla famiglia Martini. Un luogo che da oltre due secoli rappresenta l’essenza dell’ospitalità e della cucina tradizionale. Questo ristorante, gestito da ben sette generazioni della stessa famiglia, è un’istituzione che ha saputo mantenere intatto il fascino della ristorazione di una volta, offrendo piatti genuini e un’accoglienza calorosa che fanno sentire ogni cliente come a casa. L’arte del mangiar bene e dell’ospitalità sono il marchio di fabbrica della famiglia che da oltre centocinquanta anni gestisce Il Falcone. Ogni generazione ha contribuito a mantenere viva l’anima del ristorante, tramandando non solo le ricette, ma anche la dedizione al lavoro e il rispetto per la tradizione culinaria toscana. «La nostra cucina è espressione di autentica e sincera tradizione toscana», raccontano i titolari. «Si è tramandata per sette generazioni, facendo dell’arte del mangiar bene e dell’ospitalità il nostro marchio distintivo». Le prime testimonianze della locanda risalgono al 1862, ma l’apertura molto probabilmente, risale ancora in precedenza. Aperto come locanda, osteria e caffetteria per chi cercava ristoro, Il Falcone ha saputo resistere al tempo e alle guerre. Sette generazioni votate all’accoglienza, tanto che fino al 1994 è stato anche hotel, proprio come era nell’antichità. Gli spazi che un tempo ospitavano stalla e fienile per i cavalli dei viandanti, oggi sono le sale del ristorante. Valerio è cresciuto tra i fornelli della cucina coccolato da cuochi e camerieri. E ancora oggi è così, lui dietro ai fornelli e le sue figlie al fianco. Perché la vera forza di un locale che riesce a resistere superando due secoli, sta anche nella genuinità del cibo, dell’accoglienza, valori che la famiglia Martini tiene ben saldi. «Le mie due figlie fanno quello che facevo io alla loro età, abitando sopra al locale è come se fosse casa - dice il titolare -. Non ci sono camerieri e cuochi, per noi ci sono solo persone di famiglia è così da sempre e anche questo è parte della nostra forza». Cucina rigorosamente toscana, lampredotto, trippa, cacciagione, stracotto e peposo, piatti dal sapore retrò cucinati con ingredienti di qualità acquistati rigorosamente da produttori locali e storici. E soprattutto cottura alla griglia sui carboni, l’arte antica capace di esaltare la carne come nessun' altra. «La cottura sul carbone è ormai rara da trovare - aggiunge il titolare - richiede tempo per la preparazione della brace, ma è il tipo di cottura che prediligo e che anche i clienti apprezzano da sempre». Piatti esclusivamente toscani con un’unica eccezione: la amatriciana. «È nel menù da decenni perché i miei genitori quando andarono in viaggio di nozze e Roma si innamorarono di quella pasta e da allora non l’abbiamo più tolta», sorride Valerio. Il Falcone non è solo un luogo dove mangiare bene: è un’icona del territorio, un punto di riferimento per generazioni di poggesi e non solo. Qui, le famiglie si riuniscono per festeggiare, gli amici si ritrovano davanti a un buon bicchiere di vino e i viaggiatori scoprono il vero sapore della Toscana. È un luogo che ha saputo attraversare il tempo senza perdere la sua identità, restando sempre fedele a sé stesso e alla sua missione: offrire cibo genuino e accoglienza sincera.


La storia

Locanda da quasi due secoli. L’antico fienile che oggi è una sala

ristorante il Falcone
Il Falcone

Le prime testimonianze conservate negli archivi comunali risalgono al 1862 quando alla guida c’era Ferdinando Martini, ma Il Falcone esisteva fin da prima. Dalla metà del 1800 quando in giro c’erano carrozze, gli uomini portavano il cilindro e le donne indossavano gonne lunghe fino alla caviglia Il Falcone c’era. Oggi è gestito dalla settima generazione della famiglia Martini.

ristorante il Falcone
Il Falcone

La ricetta

Anatra all'arancia. La ricetta classica

Ingredienti:

un'anatra intera da circa 1 kg

un'arancia bionda

salvia, aglio, sale e pepe

Preparazione: pulire l’anatra dalle interiora lasciando la carcassa intera, farcirla con un'arancia intera con buccia, sale, pepe, salvia, aglio. Far cuocere in forno a 170 gradi circa per un’ora e mezzo. Sfumare con brandy. Terminata la cottura passare l’anatra per circa 5/10 minuti al grill.

Per la salsa:

tre arance bionde

80 gr di burro

aceto bianco, sale, pepe, Maizena

Preparazione: in una casseruola tagliare la buccia delle arance a julienne, unire al succo di tre arance succo, sale, aceto bianco, e mettere sul fuoco per circa un’ora fino a quando non avrà ottenuto la giusta consistenza. Per ridurre utilizzare un po’ di Maizena. Continuare a lavorare la salsa con la frusta finché non si sarà addensata