VIAREGGIO
Il pittore, Giorgio Di Giorgio, e il docente universitario Marcello Ciccuto, un rapporto di stima e simpatia che si è trasformato nel tempo in una collaborazione professionale sincera e schietta. Entrambi schivi: la vita li fa incontrare quasi per caso e nasce il connubio di cultura. Il pittore dipinge, lo fa fa da una vita, il docente scrive e cura una mostra importante. A raccontare questo legame è Marcello Ciccuto, docente di letturatura italiana, sino allo scorso anno, all’ateneo pisano, presidente della Società Dantesca Italiana, direttore di cinque riviste di cui una, Letteratura e Arte, di grande respiro. Si conoscono per caso negli anni Ottanta.
"Mi sono imbattuto in Giorgio Di Giorgio in conseguenza degli studi che conducevo sui pittori toscani del Novecento. Mi ha colpito lo stile. Lo vedevo passare in bicicletto mentre andava in studio. Prima del Covid lo ho conosciuto di persona. Era il 19 dicembre del 2019 alla Camera del Lavoro di Viareggio dove gli fu consegnata la tessera onoraria dello SPI-CGIL e ho fatto un commento critico a una sua opera".
Quali aspetti dell’uomo e dell’aetista lo hanno colpito?
"La singolarità e l’originalità di un personaggio riflessivo e solitario dal punto di vista umano. Sotto il profilo artistico, invece, ho visto in lui un pittore molto diverso dalla tradizione pittorica del ’900. La pittura di Giorgio è una pittura non legata a scuole, correnti e movimenti. Ha un linguaggio personale lirico, di memoria del paesaggio. È una pittura nel tempo. Le opere seguono l’andamento dei singoli momenti del vivere che cambia. Non c’è un dipinto, uno schizzo o un abbozzo che sia uguale all’altro. Il mutare del tempo è in sintonia con il mutare dell’arte di Giorgio. Ha la capacità di far parlare le cose che ritrae. La stessa capacità che esprime nei brevi racconti e nelle poesie".
Quale rapporto l’artista ha creato con Viareggio e la Versilia e quale legame artistico ha avuto con il nonno Ettore?
"Entrambi gli artisti hanno manifestato un radicamento forte con il territorio, ma in modo diverso. Giorgio ha dipinto il mare, le montagne. Giorgio Di Giorgio ha espresso l’affetto per questa terra".
Per lei cosa è la pittura?
"È uno dei modi di leggere la realtà, il mondo. I pittori sono grandi comunicatori".
Come Di Giorgio ha raccontato il mondo?
"I quadri raccontano il mondo del lavoro, la natura toscana, la costa toscana e anticipano alcune tematiche attuali: pensiamo ai migranti. I suoi quadri sono racconti della società".
Maria Nudi