VIAREGGIO
Avvocato. Presidente della Fondazione Livorno dal 2020, al secondo mandato. Livornese, appassionato d’arte nel senso più ampio del termine, appassionato di cultura. Luciano Barsotti ha reso la sede della Fondazione Livorno, nel palazzo ex Cassa di Risparmio una galleria d’arte. Una parte del terzo e il quarto piano ospita opere di grande pregio, un’autentica collezione declinata in forma diverse: pitture, sculture, disegni, incisionei e stampe antiche. È nel fascino artistico di quei locali che saranno esposte le opere del pittore Giorgio Di Giorgio e tre del nonno Ettore.
Qual è la missione della Fondazione?
"La Fondazione ha sempre creato e valorizzato l’arte. Nel tempo ha creato una progettazione artistica ospitando mostre e partecipando alla cultura della città in collaborazione con l’amministrazione comunale allestite in luoghi loro stessi simbolo di cultura come Villa Mimbelli e il Museo della Città. Inoltre ha assunto un ruolo maggiore di promozione dell’arte: ricordo i seminari con studenti degli atenei di Pisa e Firenze che hanno approfondito lo studio della nostra collezione, in particolare quello divisionista e novecentesco con i post-macchiaioli".
Come si inserisce in questo percorso la mostra di Giorgio Di Giorgio?
"Mi permetta di ringraziare la redazione de La Nazione di Viareggio che ha segnalato la mostra che il pittore per altro del Novecento ha fatto con gran successo a Pietrasanta che è stata sostenuta anche dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca. Abbiamo accolto il progetto di portare una parte dei quadri del pittore a Livorno. Grazie anche alla famiglia. Di Giorgio ha legami con Livorno: penso al tema del mare inteso come risorsa, come luogo di lavoro, quindi la portualità, ma penso anche al mare nella declinazione più moderna che è rappresentata dai migranti".
Mare, pinete, accoglienza e inclusione sono temi dell’artista?
"Certo faccio riferimento al periodo che la famiglia del pittore ha vissuto a Livorno, alle visite di Di Giorgio a Villa Mimbelli. Penso anche all’accolglienza che la famiglia ha fatto a alcune famiglie ebree. Di fatto salvandole. E penso al lavoro che il pittore ha fatto a Viareggio per le persone con disabilità. Altro particolare Di Giorgio con una lettura personale appartiene al ’900".
Maria Nudi