Anche Rosignano ha avuto il suo "Piccolo Teatro" che svolgeva la sua attività alle Acli nella struttura della parrocchia di Santa Teresa gremita di pubblico. L’amore per la recitazione ha avuto radici lontane nel paese non solo per la presenza del Teatro Solvay, polo culturale di assoluto livello. Il "Piccolo" iniziò la sua attività a fine anni 50 e fino alla metà del decennio successivo interessò un pubblico vivace come erano i protagonisti in scena di questa bellissima avventura. E pensare che si iniziò quasi in sordina ma c’era un’ambizione bella nel suo essere comunque senza pretese: mettere in scena pieces capaci di far presa sul pubblico. E infatti al teatrino delle Acli dalle commedie di Aldo De Benedetti si passava ai drammi di Diego Fabbri. Qualche titolo: "Due dozzine di rose scarlatte", "La zia di Carlo", un classico come "Marcellino pane e vino". Poi l’asticella si alzò con "Processo di famiglia" e "Inquisizione". Bruno Armaroli e il poliedrico Dino Dini gestivano le regie, il primo per i lavori più comici, il secondo per quelli più impegnati. Con loro Piero Chiellini. Guidavano una schiera di giovani interpreti quali Sandro Signorini, Anna Gambini, Annamaria Caprai, Dina Colombaioni, Carmen Secchi, Benito Giammaria. La Filodrammatica venne intitolata a Remo Lotti e gli ideatori e animatori furono Piero Rotelli e sua moglie Bianca Livi. Piero, che era il presidente, aveva saputo mobilitare personaggi preziosi nell’allestimento. La signora Bianca si occupava dei costumi e degli oggetti di scena. Paolo e Carlo Rotelli, i loro figli, furono anche loro grandi protagonisti. Paolo, appena ragazzo, lavorava nella buca del suggeritore, Carlo a soli 18 anni salì sul palco iniziando a interpretare ruoli sempre più rilevanti. Il gruppo annoverava interpreti di ogni tipo: si andava dai caratteristi come Armaroli, Piero Chiellini fino a Piero Pierazzini, per arrivare ai giovani come Annamaria Caprai che cantava e recitava. Una bella avventura a testimonianza di come il fervore culturale a Rosignano Solvay avesse radici popolari e consolidate. Erano gli anni che annunciavano il boom ma non si inseguiva solo il benessere. Anche una crescita di conoscenza e di esperienza della persona. Tutto sembra lontano anni luce.
Enrico Salvadori