Il profumo dell’inchiostro. Le dita che scorrono sulla carta a conoscerne la grana e la mente già in viaggio, trasportata in luoghi reali o immaginari, regalati dalla penna dello scrittore. Leggere è un piacere, ma oggi, per quanti lo è ancora? Le librerie sono spesso luoghi caldi e accoglienti. Luoghi vivi. Con un’anima: quella del libraio. A Spezia, ne abbiamo incontrati tre, per conoscere il loro punto di vista sullo stato di salute della lettura, in un mondo sempre più veloce e sempre più ad immagini.
Lucrezia Ricci è la titolare della storica libreria Ricci. La sua è una vocazione di famiglia. È stato suo papà a decidere di aprirla, nel 1965, dopo aver gestito per diversi anni la libreria dello studente, in piazza Verdi. Nei suoi occhi si legge l’amore per questo mestiere: "Aprire il negozio ogni mattina – racconta – è bellissimo. È un lavoro sempre nuovo, non è mai statico. I libri sono uguali, ma sono allo stesso tempo sempre diversi". Gaia Fabbri, titolare della libreria Liberi Tutti, è l’ultima arrivata tra i tre librai intervistati. Milanese di nascita ma spezzina, ormai, di adozione, ha aperto la sua libreria in città nel 2014. "Avevo passato i trent’anni – ricorda – ed ero stanca di stare a Milano, i miei avevano una casa a San Terenzo, io avevo voglia di venire a vivere qui". Anche Gaia, quando parla della sua libreria ha una luce brillante negli occhi.
"Per me – esordisce – è stata la realizzazione di un sogno. Ho sempre lavorato con i libri, quindi mi sono sempre piaciuti i lavori che ho fatto. Però da quando ho aperto qui, sono proprio contenta la mattina. Non so se riuscirei a rinunciarvi". Ma le persone leggono ancora? "In Italia – sottolinea Gaia – i lettori forti sono pochi, ma quei pochi leggono tantissimo. Ho dei clienti che leggono un numero di libri impressionante". "Il cerchio si sta stringendo sempre di più – commenta Lucrezia Ricci – però chi legge, legge tanto. Ci sono tanti ragazzi giovani che leggono, e leggono in cartaceo a differenza di quello che si potrebbe immaginare". Paola e Marco Cattaneo, sono i proprietari della libreria Contrappunto, punto di riferimento per chi ama i libri e la musica classica, aperta nel 1981, poco distante dall’attuale collocazione.
"L’abbiamo aperta – racconta Paola Cattaneo – quando su questa via c’erano le librerie, l’agenzia Einaudi, l’Agenzia degli Editori Riuniti". La loro opinione sullo stato della lettura è decisa: "La lettura è morta – dichiara la libraia –. I nostri lettori sono anziani. Alcuni sono mancati con nostro grande dispiacere, erano ormai amici più che clienti e i giovani leggono veramente poco. Ormai sono tutti attaccati ai telefonini, non c’è politica culturale. Poi c’è anche la concorrenza dell’online. Non è solo un problema dell’Italia. Il fenomeno della disappetenza culturale e libraria – si inserisce Marco Cattaneo – è un fenomeno del quale bisognerebbe parlare di più".
Tre voci, tre storie, un’unica passione. Ma il libro del cuore di un libraio quale sarà? "Ne ho parecchi – spiega Lucrezia Ricci –, innanzitutto ’Viaggio al termine della notte’ di Cèline. Un altro libro importante che ha un po’ costituito la storia della libreria, uscito negli anni in cui abbiamo aperto è ’L’Imperatore di Portugallia’ di Selma Lagerlof, premio Nobel per la letteratura. Lo abbiamo amato e consigliato tantissimo". Per Gaia Fabbri, i libri del cuore sono invece ’Il Deserto dei Tartari’ e ’Sofia si veste sempre di nero’. "Per me – di quest’ultimo racconta – in un momento della vita è stato importante e l’ho consigliato tanto, con grande successo". Per Paola Cattaneo, invece un libro del cuore è ’Il maestro e Margherita’: "l’ho letto e riletto e per me è meraviglioso. Ma ce ne sono anche altri, come ’La Porta di Magda Szabò’".
Maria Cristina Sabatini