FIRENZE
"I servizi e la qualità della vita cambiano, a Firenze e provincia, da una zona all’altra. Nel complesso però la situazione è buona". Questo il giudizio di Matteo Bitossi, vicesegretario fiorentino della Fimmg, la Federazione dei medici di medicina generale. "In periferia – spiega – il medico di famiglia è ancora il primo baluardo. E questo ha alcuni lati positivi, come il prevalere del rapporto umano, e altri negativi, quali il rischio di un sovraccarico di lavoro. Anche la maggiore o minore vicinanza ai grandi ospedali e alle strutture pubbliche e private cambia lo scenario, rendendo sicuramente più difficile la vita a chi vive in località decentrate e isolate".
Un altro aspetto cruciale è poi la crescita delle procedure burocratiche registrata negli ultimi anni. "Oggi, la medicina generale ha un carico burocratico enorme – prosegue Bitossi – e spesso questo toglie tempo e spazio alla vera e propria assistenza ai cittadini. Occorrerebbe una riorganizzazione, così come sarebbe utile un ripensamento generale del rapporto fra Pronto Soccorso e territorio. Un altro tema molto sentito dalla popolazione è quello dell’assistenza agli anziani: come medici di famiglia ci troviamo spesso di fronte a chi non è in grado di sostenere le spese di una badante, non riesce a trovare posto in una Rsa e cerca, con grandi difficoltà, almeno un centro diurno".
Fra i fattori positivi invece, la presenza di un forte tessuto associativo e sociale. "La presenza di questa rete – conclude – favorisce sicuramente la qualità della vita a Firenze e in tutta la Toscana, per gli anziani ma non solo. Va detto però che stiamo attraversando una fase di profonda trasformazione dell’intero universo socio-sanitario. Sarà quindi molto importante vedere come questi settori potranno svilupparsi ed essere tutelati nei prossimi mesi ed anni".
Lisa Ciardi