"Nel secondo trimestre 2024 si è delineata una crescita moderata dell’economia mondiale, segnata dall’ormai costante rallentamento del settore manifatturiero. A controbilanciare tale contrazione ci sono la moderata crescita nel comparto dei servizi, soprattutto informatici, e un solido mercato del lavoro. Un andamento speculare si ha nel continente europeo, nonostante la ripresa di un allentamento monetario". A illustrare questo trend macroeconomico sono Simone Guidi e Marco Mancini, entrambi partner di PwC Italia.
"Guardando più da vicino l’andamento economico – spiegano - si osserva il proseguire della disinflazione nell’eurozona, nonostante la sostanziale stagnazione del Pil, dovuta anche qui alla debolezza del ciclo manifatturiero (al contrario dei servizi che riflettono il buon andamento della stagione turistica). Davanti a questa situazione, il 23 ottobre la Banca Centrale Europea ha deciso di ridurre nuovamente i tassi di riferimento di 25 punti base. Anche la Fed si è allineata con le scelte europee con tagli analoghi".
Alcune peculiarità emergono restringendo l’attenzione alla situazione nazionale. "Concentrandoci sul contesto italiano – spiegano ancora Simone Guidi e Marco Mancini - si può notare che la crescita nei mesi estivi è stata moderata, a seguito di un aumento del Pil del +0,2% nel secondo trimestre 2024, mentre nel terzo trimestre non c’è stata crescita. In questo contesto il Pil italiano ha registrato un +0,4% rispetto al terzo trimestre 2023, evidenziando un segnale di stabilità". Interessante osservare la dinamica delle componenti del Pil ponendo particolare attenzione alla domanda estera.
"Il contributo della domanda interna è debole – spiegano – risulta necessario il contributo fornito dalle variazioni delle scorte del +0,4% che riesce a bilanciare la decrescita della domanda estera (per la prima volta dopo tre trimestri di crescita), sottraendo al Pil lo 0,3%".
Un elemento che aiuta a spiegare questo dato è relativo alla situazione economica tedesca, partner fondamentale per le esportazioni italiane. "Nel terzo trimestre 2024 – proseguono Guidi e Mancini - l’economia tedesca è cresciuta a sorpresa dello 0,2% sui tre mesi precedenti. Nonostante ciò, la situazione rimane problematica: tutti i principali istituti economici oltre all’esecutivo guidato da Olaf Scholz, prevedono che l’anno in corso si concluderà con una variazione del Pil del -0,2%".
Ma anche in Italia è in corso la crisi dell’automotive: come riportato da Stellantis stessa, la società ha registrato nel terzo trimestre 2024 un -27% (33 miliardi di euro) dei ricavi netti rispetto allo stesso periodo del 2023. Ciò sarebbe dovuto "principalmente a minori consegne e ad un mix sfavorevole, oltre all’impatto dei prezzi e dei cambi" secondo Stellantis.
"Il manifatturiero – concludono Guidi e Mancini - negli ultimi 25 anni ha subito diversi shock come l’entrata della Cina nei mercati mondiali, la pandemia e la crisi energetica. Tra il 2008 e il 2022 l’Italia ha perso oltre il 24% delle imprese manifatturiere, il settore si è ristrutturato e oggi operano imprese mediamente più produttive. Di fronte a questo quadro complesso, è fondamentale adottare misure strategiche per stimolare la crescita; la ripartenza della manifattura italiana dipenderà anche dalla capacità di adattarsi ed innovare, realizzando investimenti in ricerca, formazione e realizzazione di infrastrutture".
Lisa Ciardi