Il mondo del lavoro è stato oggetto di significativi cambiamenti negli ultimi anni. E in questo scenario di profondo mutamento sono quattro le macro-tendenze che si vanno delineando, o meglio tre macro-tendenze per così dire “esogene” (ovvero tre forze storiche “esterne” che investono le organizzazioni provocandovi dei cambiamenti) e una quarta tendenza endogena, che si innesca cioè dal di dentro delle organizzazioni e fornisce la chiave di lettura per governare con successo le altre tre trasformazioni.
A spiegare cosa stia succedendo e a fornire una chiave di lettura per il futuro sono Alessandro Parrini e Francesco Forzoni, entrambi partner PwC Italia.
Quali sono queste macro-tendenze?
"La prima è la digitalizzazione: l’avvento delle tecnologie digitali ha trasformato il modo in cui lavoriamo. Le comunicazioni, il lavoro da remoto, la collaborazione online e l’automazione dei processi sono diventati sempre più comuni. L’utilizzo di strumenti come videoconferenze, piattaforme di collaborazione e cloud computing si è diffuso in modo profondo e radicato, consentendo una maggiore flessibilità e adattabilità nel lavoro".
E le altre?
"La seconda è la flessibilità: la pandemia da Covid-19 ha accelerato l’adozione del lavoro da remoto e sia molte aziende che numerose organizzazioni hanno dovuto adattarsi rapidamente. Questo ha in qualche modo forzato a una maggiore flessibilità, ma anche nuove sfide come la gestione della comunicazione e della collaborazione a distanza. La terza forza esogena è l’automazione dei processi e l’intelligenza artificiale generativa, che stanno cambiando non solo singole attività e processi, ma interi settori e contesti. La sostituzione di componenti di lavoro umano con algoritmi, richiede una riconversione delle competenze per i lavoratori coinvolti. Tutto questo porta a considerare in modo ancora maggiore rispetto al passato la centralità del fattore umano".
Passiamo alla quarta tendenza, in questo caso endogena: cosa occorre per governare con successo le altre tre trasformazioni?
"L’esperienza della pandemia ci ha dimostrato che se crollano le persone crolla il sistema. Mettere le persone al centro dei modelli operativi e organizzativi non significa solo preoccuparsi del loro benessere e delle loro esigenze sviluppando politiche avanzate di welfare e conciliazione di vita personale e professionale. Significa capire che per svolgere adeguatamente il proprio ruolo professionale è necessario sviluppare una serie di competenze non tecniche e caratteriali che determinano il modo in cui ci relazioniamo con il mondo, comunichiamo con efficacia il nostro sapere, sappiamo comprendere le esigenze di chi abbiamo davanti e utilizzare con creatività le nuove tecnologie: siamo in grado di generare un effetto positivo nel nostro ambito di azione".
Lisa Ciardi