FIRENZE
Fronte lavoro, ne parliamo con la segretaria generale Cgil Firenze, Paola Galgani (foto).
Segretaria, quale è la situazione lavoro nella città metropolitana di Firenze?
"Nonostante alcune vertenze importanti, abbiamo ancora un sistema produttivo articolato, caratterizzato da eccellenze capillarmente distribuite. E abbiamo un territorio ancora ricco di relazioni sociali, di cultura diffusa, di solidarietà, di capacità di innovare. Credo che una catena del valore positiva sia quella che punta sul sistema di servizi di un territorio, sulla formazione di lavoratori e lavoratrici, su infrastrutture materiali e immateriali competitive e sostenibili; che si riappropria di ogni aspetto della produzione, reinternalizzando le filiere; che recupera sul terreno dell’innovazione".
Occupazione, i dati sono buoni...
"Sì, ma quello che preoccupa è che anche nel nostro territorio solo il 20% dei nuovi avviamenti si trasformano in lavoro a tempo indeterminato, a conferma della forte precarizzazione anche del nostro sistema. Tutto questo in presenza di una percentuale elevata di mancato incontro fra domanda e offerta che riguarda sia il lavoro a bassa professionalizzazione che quello specialistico".
Se il lavoro c’è, cosa manca per fare il salto di qualità?
"Il lavoro deve trovare nuovi modi per tornare a svolgere anche la funzione di redistribuzione della ricchezza prodotta. Attraverso un lavoro di qualità, che non sia pervasivo della vita umana, che sia fonte di dignità, che sia, secondo i dettami della nostra Costituzione, forma di espressione della nostra cittadinanza. Un lavoro che stia a fondamento di un nuovo modello di sviluppo socialmente e ambientalmente sostenibile che infine sappia cogliere la sfida della riproduzione dei saperi e della centralità di quelli espressi dal lavoro negli attuali processi di produzione".
Barbara Berti