Oggi si parla spesso della centralità del fattore umano. Ma quanto è strategico in un mondo che si avvia sempre più verso l’uso dell’intelligenza artificiale? E perché, anzi, mentre il machine learning si spinge su strade prima inimmaginabili va valorizzato? A spiegarlo sono ancora Francesco Forzoni e Alessandro Parrini, entrambi partner PwC Italia.
"Come già detto, mettere le persone al centro dei modelli operativi e organizzativi è fondamentale - dicono - . Non a caso l’Ocse definisce la formazione nelle character skills una priorità per ottenere migliori risultati scolastici e professionali e le analisi sui dati dei processi di selezione del personale (Adecco e LinkedIn) riportano la crescente presenza di riferimenti a tratti caratteriali nelle job description, specialmente per le posizioni di responsabilità o legate alla trasformazione digitale.
Anche l’agognato equilibrio tra vita personale e professionale sembrava avere una risposta ovvia nella diffusione del lavoro da remoto, ma le notizie degli ultimi giorni (assieme ai dati ben noti sugli effetti dell’isolamento e del burn-out del tempo della pandemia) ci dimostrano che non è così. La flessibilità è una condizione che l’azienda può favorire ma che l’individuo deve saper gestire.
Allo stesso modo – proseguono - la digitalizzazione e automazione di intere attività o professioni non è e non sarà un’ovvia condanna nella misura in cui avremo sviluppato la creatività e l’apertura mentale che ci permettono di usare le tecnologie per liberare risorse per progetti più grandi piuttosto che per essere sostituiti. Proprio tenendo conto di tutti questi dati, convalidati da analisi e studi, PwC ha collaborato e collabora con diverse università e istituzioni in Italia per sviluppare progetti innovativi volti a creare poli di eccellenza e promuovere l’inserimento lavorativo qualificato dei giovani".