FIRENZE
La sostenibilità ambientale è una delle grandi sfide che il mondo imprenditoriale sta affrontando. Ma cosa succederà nei prossimi anni? "L’Unione Europea ha avviato una serie di riforme con l’obiettivo di raggiungere una posizione di vantaggio rispetto al resto del mondo nella transizione sostenibile – spiegano Federico Bitossi, partner PwC e Luca Bonaccorsi director PwC e membro di Efrag’s Sustainability Technical Expert Group –. Con l’impegno per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, l’arrivo delle misure strutturali legate all’Industrial Green Deal e la presentazione della roadmap per la Sustainable Finance da parte dell’Eba (European Banking Authority), l’Europa sta lavorando a un sistema economico-finanziario volto a rendere le imprese consapevoli e responsabili del proprio impatto sul pianeta".
Nell’ambito del Green Deal Europeo si colloca l’approvazione e la pubblicazione, il 16 dicembre 2022, sulla Gazzetta Ufficiale Ue, della Direttiva 2022/2464 sulla rendicontazione societaria di sostenibilità (Corporate Sustainability Reporting Directive - Csrd) che va a modificare la Direttiva 2013/34/Ue sull’obbligo di comunicazione di informazioni di carattere non finanziario per le imprese di grandi dimensioni. Gli Stati membri devono ora recepire la Direttiva entro 18 mesi dalla pubblicazione mentre, il 31 luglio 2023, la Commissione Europea ha adottato il primo set di Esrs (European Sustainability Reporting Standard), ossia gli standard applicativi che consentiranno alle imprese di adempiere agli obblighi previsti dalla nuova Csrd, con standard specifici per le Pmi.
"La Tassonomia Europea – proseguono Bitossi e Bonaccorsi - è un sistema unificato di classificazione delle attività economiche che possono essere considerate sostenibili. È stato introdotto con il Regolamento Ue 2020/852 per orientare i flussi di capitale verso investimenti in attività che contribuiscono a uno sviluppo sostenibile e fornire agli operatori economici gli indicatori di performance atti a valutare l’andamento delle proprie attività e politiche in ottica di sostenibilità ambientale".
Il Regolamento individua sei obiettivi alla base della Tassonomia: mitigazione dei cambiamenti climatici; adattamento agli stessi; uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine; transizione verso un’economia circolare; prevenzione e riduzione dell’inquinamento; protezione e ripristino di biodiversità ed ecosistemi. "La Tassonomia – dicono ancora Bitossi e Bonaccorsi – s’inserisce in un quadro più ampio d’iniziative che la Commissione europea sta portando avanti per definire un framework che ponga le considerazioni ambientali, sociali e di governance al centro del sistema finanziario. In questa prospettiva, il 6 luglio 2021, la Commissione Europea ha adottato la nuova Strategia per la Finanza Sostenibile, che aggiorna l’Action Plan 2018, definendo le nuove iniziative per affrontare le sfide in tema di sostenibilità. I criteri per superare la soglia di allineamento sono svariati e specifici, richiedendo il coinvolgimento trasversale di molte funzioni aziendali. Per quanto il contesto regolatorio sia rigoroso e complesso, la normativa non vuole vincolare il modello di business delle organizzazioni o inficiare il processo di naturale evoluzione e crescita anche in termini tecnologici. Il fine è piuttosto avere un sistema di classificazione universalmente riconosciuto per capire se un’organizzazione e il suo operato abbiano degli effettivi benefici verso un obiettivo ambientale e possano quindi definirsi sostenibili".
Ma quali sono, per una Pmi, i benefici finanziari derivanti dalla tassonomia? "Si possono sintetizzare in alcuni punti – concludono Bitossi e Bonaccorsi – come l’inclusione nei portafogli azionari e obbligazionari dei fondi di investimento, e, in particolare, dei fondi che perseguono un obiettivo sostenibile; l’accesso al credito, sia in termini di processo di erogazione che di vantaggi economici; la fornitura di un indicatore univoco e riconosciuto capace di sintetizzare la performance ambientale dell’azienda sia durante le fasi di istruttoria del credito che all’emissione di strumenti finanziari. In prospettiva, a partire dal reporting 2026 sull’anno fiscale 2025, con una graduale estensione di anno in anno, anche grandi imprese non quotate, Pmi quotate e imprese figlie e succursali capogruppo extra-Ue saranno chiamate a fornire informazioni sul grado di allineamento alla tassonomia delle attività economiche all’interno della propria reportistica aziendale".
Lisa Ciardi