Un nuovo modello di impresa, che ponga al centro sostenibilità e trasparenza. È quello incentivato dalla Csrd, la “Corporate, sustainability reporting directive” 2022/2464, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 16 dicembre 2022. Il Consiglio dei Ministri ha poi recepito la direttiva con il decreto legislativo 125/2024, in vigore dal 25 settembre 2024. Ne parliamo con Federico Bitossi, partner PwC Italia, e Luca Bonaccorsi, director PwC Italia.
"Questa nuova direttiva – spiegano - introduce il principio della “doppia materialità”, secondo il quale le aziende sono tenute a specificare sia l’impatto delle proprie attività sull’ambiente e sulla società, sia l’influenza dei fattori di sostenibilità sulle loro performance. Questo passaggio detta un cambiamento radicale per le aziende che storicamente hanno analizzato, nel migliore dei casi, solo i rischi posti dai cambiamenti climatici, trascurando le proprie emissioni indirette, che sono spesso la maggior parte delle emissioni di un’azienda".
Insomma, chiedendo alle aziende di rendicontare in modo dettagliato e trasparente l’impatto delle proprie attività e della propria catena del valore sull’ambiente e sulla società, la Csrd promuove una trasformazione culturale nel mondo aziendale e rende la sostenibilità parte integrante del modello di business. "A parte le ovvie ricadute positive in termini di immagine e attrazione dei capitali – spiegano ancora Bitossi e Bonaccorsi – ci sono evidenti benefici gestionali. I rischi aziendali, infatti, derivano dagli impatti e dalle dipendenze: se un’azienda fa una analisi rigorosa di queste, avrà una migliore comprensione dei propri rischi. E le aziende che capiscono i propri rischi li gestiscono meglio, e vanno lontano. L’azienda che capisce gli impatti e le dipendenze nelle own operations e nella sua catena del valore è più forte.
La Csrd favorisce anche il passaggio dalla rendicontazione non finanziaria alla sostenibilità integrata. "Modificando il quadro normativo delineato dalla precedente non-financial reporting directive, la Csrd amplia il campo d’applicazione e favorisce una rendicontazione più verificabile grazie ai nuovi standard Esrs definiti dell’Efrag e comuni a tutte le grandi imprese – dicono ancora Bitossi e Bonaccorsi -. È ancora in corso di definizione lo standard semplificato per le Pmi quotate, mentre per le piccole-medie imprese non soggette alla Csrd sarà introdotto uno standard volontario che supporti l’ingresso di tali società in un percorso verso la sostenibilità. In ambito finanziario, la Csrd fornisce a investitori e stakeholders informazioni essenziali per valutare i rischi aziendali derivanti da ambiente e società".
L’introduzione della Csrd seguirà un calendario progressivo, per consentire alle imprese di allinearsi con gradualità. "Le società quotate con oltre 500 dipendenti dovranno pubblicare il bilancio di sostenibilità da gennaio 2025, con riferimento all’anno fiscale 2024. Le società non quotate con fatturato superiore ai 50 milioni di euro dovranno procedere alla pubblicazione da gennaio 2026 relativamente all’anno fiscale precedente. Infine, dal 2026 verranno applicate le disposizioni per le Pmi quotate, per le piccole e non complesse istituzioni creditizie e le imprese assicurative “captive”, che saranno tenute a pubblicare il bilancio nel 2027".
Lisa Ciardi