Alessandra Petrucci
Unifi 100

Università di Firenze, habitat della conoscenza. Il centenario dell’ateneo: scarica lo speciale di 8 pagine

La rettrice Petrucci: "A fine Ottocento rinasce l’Università sorta nel 1321 e nel 1924 riceverà la sua denominazione ufficiale. Le nostre missioni: trasmettere sapere e innovazione, cooperazione internazionale, solidarietà"

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all'inaugurazione dell'anno accademico (foto New Press Photo)

Firenze, 18 maggio 2024 – Nel 2024 ricorre il centenario della nascita dell’Università di Firenze. Può sorprendere che l’Ateneo fiorentino abbia “solo” 100 anni, tenuto conto del ruolo culturale che Firenze ha sempre rivestito, come centro di sviluppo dell’arte, della letteratura, del pensiero politico, della tradizione scientifica. In realtà, le sue origini sono molto più antiche e risalgono allo Studium generale, nato nel 1321 per volontà della Repubblica fiorentina, poi trasferito a Pisa dai Medici. Nella città, privata del suo Ateneo, rimasero però molti insegnamenti, soprattutto di ambito umanistico e medico, e la ricerca si sviluppò nelle numerose Accademie fiorite nel frattempo, come quella della Crusca e quella del Cimento.

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All’inizio dell’Ottocento, presso il Museo di Fisica e Storia naturale (l’attuale Specola), nascono cattedre di discipline scientifiche. Ma è solo con il 1859 che tutti questi insegnamenti sparsi ottennero nuovamente la dignità di un’organizzazione e una struttura proprie, l’Istituto Superiore di Studi Pratici e di Perfezionamento, che nel 1924, riceverà la denominazione di Università.

Cos’è oggi l’Ateneo fiorentino? Una comunità di 3.200 docenti, ricercatori e tecnici-amministrativi e oltre 61mila studentesse e studenti iscritti ai percorsi formativi (compresi quelli post lauream), il 30% provenienti da fuori Toscana e il 9% stranieri. Un’istituzione di primo piano nel panorama nazionale, con un’offerta formativa articolata in 10 Scuole, che spazia in tutti campi scientifico-disciplinari, un sistema di ricerca tra i più grandi e produttivi in Italia, organizzato in 21 Dipartimenti, 7 dei quali inseriti dal Ministero fra i Dipartimenti di eccellenza, senza contare i numerosi altri centri di ricerca, interuniversitari e di servizio.

Ricordare i cento anni dell’Ateneo è un’occasione di riflessione sul valore della presenza della nostra Università nella realtà cittadina e nazionale.

Il legame con il territorio è forte, come dimostra l’adesione di tanti enti e istituzioni, ben 41, al calendario di eventi per il centenario (www.centenario.unifi.it) . Le missioni dell’Ateneo, cioè l’elaborazione e la trasmissione del sapere alle nuove generazioni, il trasferimento dell’innovazione nella società, la promozione di iniziative culturali, di solidarietà e di cooperazione internazionale, guardano al futuro. Come ribadisce lo slogan delle nostre celebrazioni: “Da un secolo, oltre”.

Ormai da anni la nostra offerta formativa cerca di rispondere alle esigenze del territorio e si struttura per rispondere alle sfide delle transizioni in atto: economica, sociale, ambientale. E in parallelo Unifi è sempre più un contesto attrattivo per i ricercatori, che promuove la dotazione di infrastrutture di avanguardia e potenzia le collaborazioni con il mondo delle imprese. La qualità della nostra ricerca è testimoniata, fra i vari indicatori, dal successo riscosso dai nostri progetti nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Rilevante è anche l’azione per supportare laureate e laureati nella costituzione di imprese innovative, che nascono dai risultati della ricerca universitaria.

Questo continuo dialogo con il territorio va di pari passo con la nostra vocazione internazionale: di qui, le nostre lauree internazionali, la vivacità della mobilità studentesca e la partecipazione all’alleanza di università europee EUniWell. Come anche il dialogo con le numerose istituzioni e università internazionali presenti in città.

Vorrei anche ricordare due prospettive del nostro operare che mi stanno particolarmente a cuore: l’attenzione all’inclusione e alla sostenibilità. In particolare, l’azione per la parità di genere: le studentesse nell’Università di Firenze del 1924 erano il 17% del totale, ora sono quasi il 60% e da timide “ospiti” sono diventate protagoniste. Perché anche a questo serve l’Università, l’habitat della conoscenza.

*Alessandra Petrucci è Rettrice dell’Università di Firenze