"La città di Livorno è plasmata dalla presenza dei nordeuropei". Parole del professor Roberto Bizzocchi durante la presentazione del volume sugli Atti del Convegno per il 400º della presenza olandese-alemanna a Livorno a cura di Silvia Papini e Jacopo Pessina, un’occasione per ricordare come queste influenze abbiano creato la città che oggi conosciamo. La promulgazione di una serie di privilegi, tra cui le famose Leggi Livornine del 1591-1593, costituì la base giuridica di quella che sarà poi anche chiamata ’Città delle Nazioni’. Con questo termine ancora oggi, infatti, è nota la città di Livorno, a sottolineare il peso che ebbero le ’Nazioni’, come si usava dire per indicare quelle che oggi definiremmo ’comunità straniere’.
Una delle Nazioni più influenti a Livorno fu quella che dal 1679 si definì olandese-alemanna (esisteva già dal 1622 come fiamminga e alemanna), tra la metà del XVIII e gli inizi del XIX secolo la Nazione divenne Congregazione con la diminuzione della componente olandese e l’arrivo di membri francesi, svizzeri, scandinavi e baltici. Nel 1997 la Congregazione si ricompose attorno ad alcuni dei suoi discendenti diretti, riformando i propri statuti e riattivandosi per la salvaguardia dei propri beni materiali e immateriali. Livorno è stata una città-azienda, perché è nata come porto e punto di passaggio per merci e persone, queste caratteristiche hanno permesso la nascita della congregazione dei nordeuropei in città.
Durante la presentazione del volume, dal sottotitolo ’Luoghi, vicende e figure di un incontro multiculturale’ sono intervenuti tre professori universitari: Roberto Bizzocchi, Daniele Edigati e Antonella Gioli. "Livorno è plasmata dalla presenza dei nordeuropei – ha affermato il professor Bizzocchi – a conferma del fatto che Livorno è una città aperta dove persone con idee e convinzioni differenti si uniscono. Una storia bellissima che la città mantiene anche in un periodo dove la convivenza tra le nazioni non è così banale". Ha poi preso parola il professor Edigati: "Questo volume costituirà la base di partenza per gli studi su questa comunità, perché offre un punto di vista a 360° sulla Congregazione. Questa unione delle nazioni del nord al loro interno aveva sicuramente delle differenze religiose e geografiche, ma hanno dato un contributo allo sviluppo della città. In questo volume si analizzano luoghi e personaggi spalmati negli anni che hanno fatto parte della storia di questa congregazione".
"I mercanti commerciano tutto con tutti e l’arte era una delle merci più ricercate – ha concluso la professoressa Gioli – Oltre al commercio gli olandesi-alemanni erano anche mecenati e dalle opere da loro finanziate si vede l’unione tra la loro mentalità e quella Toscana. C’è stata a Livorno anche una grande presenza di artisti nordeuropei, che riuscivano a vendere le loro opere grazie al porto. Tra le opere lasciate in città dagli olandesi-alemanni ci sono ad esempio la Chiesa della Madonna, il Palazzo Huygens in via Borra, il cosiddetto cimitero degli olandesi e la chiesa degli olandesi-alemanni, che si trova in condizioni non ottimali e sono felice che la Congregazione stia lavorando per ristrutturarla".
Daniele Mazzi