Sembra sempre di non poterlo fermare, il tempo. E certamente è così. Anche se, però, abbiamo modo di tentare di affernarne qualche attimo, cristallizzandolo in ricordi indimenticabili e vividissimi. Ha fatto questo, in sintesi, Giulio Giovannetti, ricercatre livornese al Cnr, che ha raccontato – tutti da sfogliare – aneddoti di sport, cinema e vita vissuta: protagonisti (ma non solo) il mitico Bud Spencer per cui Giovannetti ha una vera ammirrazione, e il pilota Franco Cunico. Viaggi nel tempo su quattro ruote, storie da pane e motori contenute nei due libri “Il trofeo Ford di rallycross - Una realtà tutta italiana“ e “Cunico e la Ford dei rally - Un binomio vincente“, entrambi scritti con Umberto Lacchetti.
Il mitico Bud Spencer, al secolo Carlo Pedersoli, era proprio alla guida di una Ford Escort Mk1 nel film cult del 1974 “Altrimenti ci arrabbiamo“ – Giovannetti, tra l’altro, possiede la replica originale dell’auto del fil: rossa con la striscia bianca e tanti adesivi – Ha tratto spunto proprio dalle prime scene del film e dalla sua passione per la Ford per ripercorrere l’affascinante storia del trofeo rallycross della Ford. "Mi sono messo a studiare, recuperando vecchi Autosprint degli anni ’70 – ha rivelato – Poi ho cercato soprattutto tramite social tanti piloti dell’epoca, raccogliendo le loro testimonianze". Compresa una molto speciale, quella di Cristiana Pedersoli. "Ci sono molti aneddoti interessanti e inediti relativi al film, che ogni appassionato di cinema avrà piacere di leggere e conoscere", precisa.
E poi è arrivato il libro dedicato al mito di Franco Cunico, la cui carriera è legata in maniera indissolubile a Ford Italia. "Abbiamo cercato di ricostruirne la carriera dalle prime gare al volante della Sierra Cosworth a due ruote motrici fino a quelle con la super-evoluta Escort WRC. Abbiamo inoltre rintracciato e intervistato alcuni piloti-rivali nonché un paio di suoi navigatori e lo “storico” direttore sportivo di Ford Italia Carlo Micci – spiega Giovannetti – C’è un filo conduttore con l’altro libro ed è proprio la figura di quest’ultimo: entrambi i testi contengono le sue ultime due interviste, ne sono molto orgoglioso. E poi fu “l’uomo che disse no a Enzo Ferrari“, quando gli offrì di lasciare la Ford per diventare direttore sportivo del Cavallino. Ho vissuto il mondo del rally da spettatore tanti anni fa, adesso questo mondo è anche un po’ mio. Per cercare le informazioni ho seguito il mio metodo di lavoro da bioingegnere del Cnr: si vede che un argomento è mancante in letteratura e si cerca di colmare il vuoto, facendo ricerche e mettendosi in gioco e alla prova. Ho fatto così: sono arrivato alle persone, alle loro storie. Mi sono arricchito come persona e culturalmente. E ora lo condivido con appassionati e curiosi del mondo rally".