CARRARA
Alcune sono ben visibili e si mostrano con orgoglio nel panorama dell’arredo urbano, altre restano nascoste o quasi e sono poco conosciute. Ma una cosa è certa: a Massa le fontane sono tante e ce n’è per tutti i gusti. Ne abbiamo contate una ventina, alcune hanno conservato i caratteri originali, altre hanno sopportato le modifiche succedutesi nel tempo, altre hanno subito l’onta degli anni, ma da tutte continua a sgorgare il prezioso liquido.
Un tempo indispensabili per appagare le esigenze quotidiane, quando le case erano prive di acqua corrente e il diffuso uso degli animali da trazione rendeva necessario provvedere al loro abbeveraggio, le fontane diventano strategicamente importanti in caso di assedio quando l’assediante ricorre anche all’avvelenamento dei pozzi. Un po’ per la conformazione geologica, un po’ per la presenza del Frigido, il territorio di Massa è particolarmente ricco di acque e molti pozzi sono disseminati un po’ ovunque.
E con la nascita della città rinascimentale le piazze diventano luoghi di aggregazione e al centro delle piazze ci sono i pozzi mentre le fontane sono addossate agli edifici. L’acqua è un elemento vitale e per sottolinearne l’importanza, sono chiamati artisti e artigiani per abbellire fontane al punto da diventare scenografiche e monumentali. In città le più antiche risalgono al XVI secolo: le fontane di Piazza Mercurio, di Borgo del Ponte e della Rocca. Nella antica piazza del Pozzo, poi diventata piazza Mercurio, la fontana è eretta nel 1566, in piena controriforma, in onore di una divinità pagana (una vasca circolare di marmo, da dove si innalza un basamento che sostiene la statua del dio).
Nel 1770 un terremoto la abbatte, viene ricostruita, viene inserita la colonna e in cima è collocato il Mercurio, ma durante il secondo conflitto mondiale è colpita da una granata che danneggia la statua sommitale, poi restaurata e ricollocata. La fontana di Borgo del Ponte sorge nei pressi di un ospitale medievale nel piccolo nucleo abitato.
Inizialmente è una vasca circolare, poi ampliata e abbellita da Alberico I nel 1565, e quindi è ristrutturata con modifiche nel 1721. Un mascherone invece, caratterizza la fontana della Rocca costituita da una vasca semicircolare. Due le fontane a Turano, una sulla via Curtense e una sulla via Aurelia. La prima è collocata di fronte alla chiesa parrocchiale della frazione: una vasca circolare ricavata da un unico blocco di marmo, sovrastata da un mascherone di marmo addossato ad un muro. La seconda è all’incrocio con via Bagaglione e si presenta con una vasca probabilmente recuperata da precedenti usi, sormontata da un mascherone.
La fontana del Battì (personaggio parlante sul modello del Pasquino di Roma) del barilo (l’aggiunta arriva dalla fantasia popolare) nelle mura del seminario vescovile, è la fontana parlante di Massa, la voce satirica del popolo che a lui affidava i messaggi scritti contro il potere. Della fontana dei leoni di piazza Aranci si inizia a parlarne nel 1840, oltre un ventennio dopo che è stata abbattuta la chiesa di San Pietro antistante palazzo Ducale. Tra i diversi progetti presentati, la fontana sarà realizzata solo una decina di anni dopo, con un obelisco posto sopra un basamento di marmo, mentre i leoni sono collocati nel 1887.
La fontana detta del Pascoli, perché antistante la casa alla Zecca abitata dal poeta tra il 1884 e il 1887 quando insegnava al liceo Rossi, in origine era un abbeveratoio per animali. Tribolata la vita della fonte: prima spostata a Borgo del Ponte per lavori stradali, quindi smontata e lasciata in un cortile, ritorna nella sua sede solo nel 2002. La grande fontana del Littorio della attuale piazza Liberazione, nasce alla fine degli anni ’20 del ‘900 come spartitraffico nel nuovo tracciato della via Aurelia: una grande vasca circolare con putti, delfini e fasci littori. Altre fontane in città sono quelle del Prado, della Conca, del Bastione.
Le ultime fontane collocate in ordine di tempo, non senza polemiche, sono quelle di Gigi Guadagnucci in via del Bastione (soprannominata la puppinona dalle abbondanti forme femminili rappresentate) e la Afrodite di Vito Tongiani nella piazzetta adiacente l’ex mercato coperto. Cessate le loro funzioni primarie, le fontane sono sempre lì, e con lo scorrere dell’acqua scandiscono anche l’inesorabile scorrere del tempo.
Maurizio Munda