ANTONIO MANNORI
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IL GIRO IN TOSCANA / Le strade del mito: da Bartali a Ballerini, in ogni città un campione

Percorriamo gli itinerari delle tappe toscane: quanti nomi da celebrare

Gino Bartali

Gino Bartali

Firenze, 8 maggio 2019 - Dall’alta Val di Bisenzio alla Maremma il lungo itinerario del Giro d’Italia in Toscana rievoca ricordi e personaggi che in qualche caso non sono più tra di noi. Ed allora “saliamo” in bici e da Montepiano scendiamo verso Prato. A Vaiano è nato Fiorenzo Magni, un grande campione definito il terzo nella storia del ciclismo italiano dopo Coppi e Bartali.

Seppe destreggiarsi con grande abilità e diplomazia fra i due mostri sacri, ritagliandosi vittorie e gloria. Nel transitare da Prato il ricordo di Mario Cipriani ed Eugenio Gestri, due ottimi corridori degli Anni Trenta, quindi Giulio Bresci, temprato per le grandi prove e personaggio di spicco. Per la colonia pratese dei ciclisti in primo piano Aldo Bini, Ruggero Balli, l’ottimo velocista Nedo Logli, il brillante Enzo Coppini, ed il fedelissimo gregario di Gino Bartali, Giovanni Corrieri, del quale ricordiamo la volata al Parco dei Principi a Parigi alla fine del Giro di Francia del ’48.

Si entra in provincia di Firenze e nella zona di Campi Bisenzio ricordiamo Alessandro Baronti che vanta in carriera un Giro del Lazio ed un Gp Industria e Commercio a Prato. Il Giro costeggia l’Arno nella zona di Camaioni, la località dove nel 1940 nacque Franco Bitossi uno splendido campione, estroso, gagliardo.

Un atleta dalla luminosa carriera, sempre nelle primissime file. Ha vinto moltissimo, numerose tappe anche al Giro d’Italia, dove ricordiamo vinse nel 1964 la Cuneo-Pinerolo, quando Bitossi osò tentare la cavalcata che aveva fatto Fausto Coppi nel 1949. Una prova coraggiosa di “Cuore Matto” che fu premiato con una vittoria in solitudine dopo una lunga fuga.

A Montelupo Fiorentino il ricordo è per il compianto Sigfrido Fontanelli. A Montespertoli nacque Cino Cinelli, definito il corridore più intelligente della sua epoca tra il 1936 ed il 1946. Faceva parte di una famiglia numerosa (dieci figli), lui era il settimo rampollo della famiglia. Una carriera breve la sua ma costellata di successi.

A proposito del Giro d’Italia, vinse tre tappe e indossò anche la maglia rosa per sette giorni e tra le vittorie più prestigiose di Cinelli la Milano-Sanremo nel 1943. Il passaggio da Empoli fa tornare in mente i trascorsi tra i professionisti di Wilmo Francioni, dodici vittorie in carriera e due tappe nel Giro d’Italia del ’72, e Riccardo Forconi a lungo compagno di Marco Pantani.

A Limite sull’Arno dove la gara affronta la salita di Castra risiede Dario Puccioni, neo professionista della Sangemini MG Kvis, mentre a Vinci il ricordo ci porta a Luciano Gaggioli professionista negli Anni Sessanta ed al figlio Roberto con pochi risultati in Italia ma tante vittorie in America.

Lamporecchio e Mastromarco portano alla mente i ”siciliani di Toscana” Giovanni Visconti e Vincenzo Nibali, come Fucecchio sede di arrivo, ha il suo testimonial in Andrea Tafi, che si è impegnato a fondo nel portare il Giro da queste parti. Un bel campione per le gare in linea come ci ricordano i successi di Tafi nella Parigi-Roubaix, Giro delle Fiandre, Giro di Lombardia, Campionato Italiano ed altre classifiche. A Castelfiorentino scontato il riferimento per Alberto Bettiol il trionfatore del Giro delle Fiandre (assente al Giro) e per Kristian Sbaragli che invece rappresenterà la località della Valdelsa alla corsa rosa 2019.

Nel transitare da Poggibonsi un saluto a Daniele Righi, che nel 2002 contribuì al successo di Paolo Savoldelli nella classifica finale del Giro d’Italia, mentre su di lui c’è una curiosità. Nell’edizione del Giro 2004, risultò l’atleta con più chilometri di fuga. A Grosseto un saluto per Enrico Grimani, grande amico del compianto Franco Ballerini.

Infine a Manciano il ricordo ciclistico è per Massimiliano Lelli, detto il “cinghialino”, classe 1967. Al Giro fu anche vittima di una terribile caduta nella tappa da Scilla a Cosenza. Terzo nella classifica dei giovani al Giro del 1990, vincitore di due tappe l’anno dopo, quella al Monviso e quella a Selva di Val Gardena, dove anche Gianni Bugno dovette inchinarsi a Lelli.

Questi sperando di non aver dimenticato qualcuno i personaggi che abbiano ricordato lungo il cammino 2019 della corsa rosa in Toscana, ma la nostra regione ne conta tanti altri, dal mitico Alfredo Martini, a Gino Bartali, da Franco Ballerini a Mario Cipollini, da Paolo Bettini a Michele Bartoli e tanti altri ancora. Perché questa è la culla del ciclismo, è la terra madre della bicicletta.