
Un'immagine di Livorno-Brescia
Firenze, 19 maggio 2015 - Nell'inchiesta sul calcio scommesse spunta anche il nome del Livorno, ma la società amaranto non è coinvolta, non essendoci tesserati o dirigenti implicati in alcun modo. La partita in questione è quella del 24 gennaio tra Livorno e Brescia,vinta dagli amaranto per 4-2. Questa partita spunta nelle intercettazioni telefoniche dell'inchiesta partita dalla procura di Catanzaro. Nell'intercettazione, Ernesto Di Nicola (direttore sportivo de L'Aquila e indicato come uno dei personaggi di spicco dell'organizzazione dedita al calcioscommesse sgominata oggi dalla polizia) parla con un investitore albanese.
Secondo gli inquirenti, Di Nicola avrebbe offerto a Edmond Nerjaku - che è tra i fermati - il finanziamento della scommessa sulla gara Livorno-Brescia proponendogli di concorrere per 70 mila euro. Nerjaku avrebbe tratto profitto scommettendo sul risultato della partita, puntando sulla vittoria del Livorno e su un numero di gol segnati non inferiore a 3. La gara, evidenzia il pm nel decreto di fermo, terminava con la vittoria del Livorno per 4 a 2 «come combinato dagli indagati».
Resta il fatto, però, che come scrive il pm non esistono prove "di contatti specifici con dirigenti e/o calciatori delle due squadre interessate tali da consentire la contestazione di uno specifico capo di imputazione", ma per l'inquirente "le risultanze intercettive sono estremamente rilevanti a livello associativo, in quanto evidenziano la sicurezza degli indagati in ordine alla ritenuta possibilità di espandere le proprie mire illecite agli incontri calcistici di categoria superiore a quelli della Lega Pro, evidentemente basata sulla disponibilità economica e sulla comprovata capacità criminale dei complici serbi".