REDAZIONE SPORT

Ciclismo, che passione: a Quarrata una mostra sui fratelli Maggini

Dal 1° all'8 settembre al Polo Tecnologico "I Maggini: una famiglia di ciclisti ai tempi di Bartali e Coppi"

I fratelli Maggini: dalla sinistra, Brunero Sergio e Luciano

I fratelli Maggini: dalla sinistra, Brunero Sergio e Luciano

Quarrata (Pisotia), 10  agosto 2019 - Una splendida iniziativa. Lo sport più popolare nel secondo dopoguerra, il ciclismo, una famiglia dedita al pedale, i Maggini. Da domenica 1° a domenica 8 settembre, al Polo Tecnologico di Quarrata, si terrà la rassegna intitolata “I Maggini: una famiglia di ciclisti ai tempi di Bartali e Coppi”. L’esposizione, che sarà inaugurata domenica 1° alle 17 ed è curata dall’associazione Amici Casa di Zela, resterà aperta sino alla domenica successiva e gode del patrocinio del Comune della città del mobile. Il sabato e la domenica con orario 17-23, gli altri giorni dalle 21 alle 23. Martedì 3 settembre, dalle 9 alle 12 e dalle 17 alle 23. Visite guidate sono in programma martedì 3 e giovedì 5 alle 21.30.

Sergio e Luciano Maggini con Brunero, il fratello che li seguì nelle vesti di meccanico, sono i protagonisti. Nativa di Seano, la famiglia Maggini si trasferì a Quarrata negli anni Quaranta: qui i fratelli conosceranno la popolarità come corridori, vincitori di importanti corse e tappe del Giro d’Italia dal secondo dopoguerra alla fine degli anni ’50. Biciclette e mezzi d’epoca, immagini, oggetti, documenti, ricostruzioni d’ambiente e atmosfere: materiali che provengono dalla raccolta di Casa di Zela, dagli archivi della famiglia Maggini e da numerosi collezionisti.

La mostra offre uno spaccato significativo del ciclismo dell’epoca e del suo legame con il territorio, quando la bicicletta era un mezzo di vita quotidiana ancor prima che sportivo. Nel 1946, quando Sergio iniziò a correre, in Italia se ne contavano 3 milioni: le auto erano 170 mila. Bisognerà attendere sino al 1975 perché le auto superino in numero le due ruote. L’iniziativa nasce da un incontro particolare e in sintonia con lo spirito del Museo di Casa di Zela, che colleziona cose per indagare le storie umane di cui sono portatrici. Al Museo fu regalata una bicicletta “Maggini” appartenuta a un ragazzo che, dopo una caduta rovinosa, non ne volle più sapere. La famiglia l’aveva conservata per 45 anni sino a quando non decise di donarla a Casa di Zela, appunto. Da quella bici è scaturita l’idea di approfondire la storia dei fratelli Maggini.

Gianluca Barni