STEFANO CECCHI
Sport

Adieu Ribery, soltanto un tweet: FR7 non vestirà più la maglia viola

Scaduto il contratto biennale, dopo il "basta" di Borja Valero se ne va da Firenze il campione francese Dalla presentazione show al rapporto con i compagni, la malinconia di ciò che poteva essere e non è stato

Ribery

Firenze, 2 luglio 2021 -  Un tweet per lasciarsi, adieu monsieur Ribery, con una domanda da subito incombente: "Que reste-t-il de nos amours / Que reste-t-il de ces beaux jours", per dirla con Charles Trenet. Sì, in una città che per carattere si divide da sempre, guelfi e ghibellini, chiarugiani e antichiarugiani, corviniani e pradeiani, c’è da giurare che anche stavolta ci saranno gli scontenti per la dipartita di FR7e chi invece alzerà le spalle. Firenze è questa. Difficile insomma dire cosa resterà del nostro amore per Ribery, cosa resterà dei giorni belli del suo arrivo, ricordate? I 300 che lo aspettarono a Peretola e poi lo show notturno dei 10.000 al Franchi, quando fra fumo, palleggi e musica stroboscopica, Firenze mostrò al campione venuto dalla Baviera come nel calcio sapesse coniugare la parola passione.

Ribery, il sogno o l’utopia che la vittoria ci potesse sorridere. E adesso, adesso che quei momenti sembrano perduti come lacrime nella pioggia (e la citazione come vedremo non è casuale) si resta lì indecisi fra il prendere atto che comunque una stagione era finita (i 38 anni dicono questo) e la malinconia per ciò che con lui poteva essere e non è stato. Già, Ribery in viola. 50 presenze, 5 gol, 9 assist, il tutto per 4 milioni netti a stagione di ingaggio: l’aridità delle cifre propenderebbe per il fallimento. Ma nella vita cosa sono i numeri? "Un mondo dominato dalla forza è un mondo abominevole, ma il mondo dominato dal numero è ignobile", diceva qualcuno. Nel calcio vale di più. Perché in campo, proprio come nei film, ciò che conta non è quanto stai in scena ma come ci stai. Per dire: il replicante Roy Batty in tutto "Blade Runner" apparirà si e no 10 minuti, eppure la sua frase sulle lacrime nella pioggia, con le navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, consegnano l’epopea di quel film.

Ecco : Ribery per la Fiorentina è stato come Roy Batty, l’uomo che in scena vestito di viola non ci è stato troppo ma al largo dei bastioni di San Siro ha mandato in fiamme le difese di Milan e Inter. Quel calcio visto solo a tratti, appunto, il gol con la Lazio, le partite meravigliose con la Juventus, "Baisers volés, rêves mouvants", baci rubati sogni in movimento, canterebbe Trenet in omaggio a un fuoriclasse carsico che ai grandi appuntamenti non è però quasi mai mancato. Come se la tensione emotiva per la sfida alta lo caricasse, chissà.... Certo, se tutto ciò ha un senso, oggi, nel giorno dell’addio di lui e di altri che hanno vestito il viola con orgoglio (Borja su tutti), non provare un po’ di malinconia è quasi colpevole. Che alla fine ciò che distingue un tifoso da uno spettatore cos’è se non quel senso di appartenenza che ci fa ricordare le cose migliori e dimenticare quelle spiacevoli? Au revoir, dunque, monsieur Franck. Con la speranza, questa sì, di non rivederti al Franchi avversario con una maglia diversa. Che noi, appunto, sappiamo benissimo come qualsiasi estintore sportivo sia inefficace quando il cuore ti si incendia per la sfida.