
Luca Lombardi con la maglia dell'Olimpia Quarrata, la sua ultima squadra
Casalguidi (Pistoia), 16 luglio 2022 - Ha chiuso la propria lunghissima trafila sportiva lo scorso maggio, da vincitore, contribuendo a portare l’Olimpia Quarrata in Seconda Categoria. Ha finito, come sperava: alla grande (tra l’altro sul campo di casa, a Casale, laddove tutto era iniziato). Ma Luca Lombardi, pistoiese di Casalguidi nato il 30 settembre 1980, campione di longevità al pari del “gemellino calcistico” Francesco Valiani (più giovane di un mese), è stato uno dei milioni di promesse del mondo dello sport, in questo caso del pallone. Prometteva bene, quel biondino nato in una famiglia di vivaisti oggi vivaista lui stesso. Casalguidi, Ramini con il già rammentato Valiani, Pistoiese tra Allievi e Berretti le tappe di un giovanile svolto rapidamente da interessante mezzala.
“Mezzala io, mezzala Valiani: più fantasia io, maggiore forza e dinamismo lui, che aveva pure piedi buoni”. Poi nell’estate del ’96, improvvisa, l’opportunità. Il treno che non puoi non prendere al volo. “Ero in arancione ed Enrico Catuzzi, l’allenatore della Pistoiese di allora, che aveva portato a Pistoia giovani che si sarebbero poi affermati nel calcio che conta (Legrottaglie, i gemelli Zenoni, Bellavista tanto per dirne alcuni), mi volle per una partitella. Da lì mi aggregò al gruppo facendomi pure esordire, 5 minuti nel finale di gara, in Coppa Italia contro l’Alessandria. Ebbi modo di parlarci a quattr’occhi in seguito: mi vedeva bene”, racconta Lombardi.
Catuzzi, il tecnico dal calcio brillante assurto a fama internazionale dopo il brutto pareggio tra Italia e Perù al Mundial ’82: chiesero ad Antonio Matarrese, presidente di Lega, se Catuzzi, trainer del suo Bari, si sarebbe comportato come Bearzot e la riposta secca fu “non offendiamo Catuzzi”. Dall’Italia, tra l’altro, era giunta anche la bordata del giovane tecnico Fascetti. “Mi vergogno di appartenere alla stessa categoria di Bearzot”. “Pareva l’inizio del sogno che avevo sempre fatto – riprende il racconto Lombardi – e invece fu, a posteriori, l’inizio della fine. Perché quella stagione non giocai coi grandi e la successiva, non trovai l’accordo col manager di allora, Silvano Bini. Da lì 2 mesi a Crotone, da dove scappai (non c’erano i presupposti per far bene) e poi la Larcianese, in D”.
Da allora, però, divenne pian piano stellina di dilettanti e amatori. Dalle esperienze con Montale e Tobbianese sino al calcio a 7 e a 5 per finire nuovamente in quello a 11. Uno dei giocatori più cercati, richiesti, contesi: in provincia. Sì, proprio lui, il biondino che da bimbo aveva perso prematuramente la sorellina Silvia (“Uno choc”), che più grandicello ha ottenuto pure la fascia di Mister Italia a un concorso di bellezza. Un matrimonio alle spalle, da cui è nata una splendida ragazzina pallavolista alla Milleluci Casalguidi, una compagna Rossella da cui ha avuto un’altra figlia, oggi poco più di 2 anni.
Nel frattempo, Francesco Valiani si costruiva una pregevole carriera, arrivando in A e segnando ad Abbiati nel giorno dell’esordio di Ronaldinho nel Milan. “Francesco si è meritato tutto: ha fatto tutto da solo. Aveva e ha una bella testa, mezzi tecnici, ha sempre lavorato duro. Ha fatto tanti sacrifici. Io ero più ’farfallino’, mi piaceva pure… divertirmi. Certo, se ci ripenso, è un peccato: il sogno di calcare i campi di serie A c’è ancora, seppure ormai in un angolo della memoria”. Vabbè, la vita ha preso un’altra piega. “Ora spero che Francesco non si ritiri dal calcio giocato – chiosa –: stesso anno di nascita, percorsi differenti, non merita di concludere con la retrocessione della Pistoiese”. Un pensiero dolce, di quella mezzala che poi adulto ha segnato tanti gol da fantasista, mezzapunta e punta. Divenendo un idolo in provincia.
Gianluca Barni