"Il primo strumento di prevenzione è la conoscenza". Con questo spirito l’ex senatore del Movimento 5 Stelle Gianluca Ferrara ha introdotto il convegno Le mani della criminalità su porti e turismo, ieri a Viareggio. Conoscere, informare, parlare di mafia alla luce del sole è un modo per creare una (prima) rete di protezione per le imprese e, in via indiretta, i lavoratori. "Il fenomeno delle infiltrazioni mafiose in Toscana non va sottostimato – spiega Ferrara –; non è vero che nella nostra regione la criminalità organizzata non ha attecchito. Specialmente in questo periodo di crisi economica, le mafie possono riciclare il loro denaro in attività commerciali in difficoltà. Serve un fronte comune, a partire dalla politica".
L’ombra lunga della criminalità organizzata grava su imprese e infrastrutture. A partire dai porti, snodi nevralgici del commercio di droga. Nel 2020, nei tre principali scali del Nord Europa sono state sequestrate 68 tonnellate di cocaina. Il giro d’affari stimato in tutta l’Ue è di circa 10 miliardi di euro. E secondo gli esperti come il deputato pentastellato ed ex procuratore antimafia Federico Cafiero De Raho, per ogni grammo di cocaina sequestrato ne restano nove in circolazione. "La capacità delle mafie di infilstrarsi in un tessuto economico e sociale sano è temibile – sottolinea De Raho – e si poggia su tre fattori: l’abilità relazionale, l’imponente disponibilità economica e l’intimidazione. Le recenti modifiche al Codice degli Appalti e il disegno di legge in discussione al Senato sull’abrogazione del reato di abuso d’ufficio peggiorano il quadro della lotta alle mafie e costituiscono un rischio di fronte alle risorse Pnrr che stanno affluendo nel nostro Paese. Come abbiamo avuto modo di vedere con lo scandalo del Keu, è chiaro il pericolo che corriamo anche in Toscana".
Secondo la consigliera regionale dei 5 Stelle Irene Galletti "le infiltrazioni criminali nei settori dei porti e del turismo rappresentano una minaccia complessa, che in Toscana è ormai consolidata e ‘pulviscolarè, spesso difficilmente riconoscibile. Le organizzazioni criminali cercano di ottenere il controllo economico, riciclano denaro sporco acquistando imprese in difficoltà e questa dinamica ha avuto un’impennata durante il Covid, quando ci sono state 58mila cessioni di aziende in tutta Italia, molte delle quali nel settore turistico-ricettivo toscano. Per combattere questo problema, è essenziale una stretta collaborazione tra le autorità, le imprese e la società civile, con un focus su trasparenza, vigilanza e rafforzamento delle leggi".
"La Terra dei Fuochi campana è iniziata anche con le concerie di Santa Croce sull’Arno e il toscano Licio Gelli – ricorda il giornalista Sandro Ruotolo, parlamentare Pd.– non vedo miglioramenti nel panorama. È necessario lavorare in un’ottica di prevenzione".
Daniele Mannocchi