GIANLUCA BARNI
Sport

Rita Falseni, la pallavolista che schiaccia col sorriso. Il dolce pensiero per il papà

La storia dell'atleta dell'UPV Buggiano, capitano come Roberto, il padre scomparso nel 2017

Rita, la prima da sinistra in basso, con la sua famiglia

Borgo a Buggiano (Pistoia), 13 marzo 2021 - Certe storie meritano di essere raccontate, perché servono a riconciliarci con la vita. Narrano che quando Rita schiacci, convinta di far punto, sorrida. Ma non per irridere le avversarie: perché le viene spontaneo. Un sorriso naturale, solare e dolce, com’era quello di suo babbo, Roberto.

Nulla di preparato, di maniera. Rita è il capitano della prima squadra dell’UPV Buggiano, sponsorizzata Am Flora, e di cognome fa Falseni: suo padre era mediano del Borgo a Buggiano, indimenticabile maitre del ristorante La Fiamma, punto di ritrovo conviviale non solo della Valdinievole. Della provincia pistoiese.

Roberto, senza volerlo, insegnava a tutti come si sta “al pubblico”, Rita, senza volerlo, insegna a tutti come si sta in una squadra. Perché tutta la sua vita è stata dedicata al gruppo, a praticare sport di squadra, a fare squadra.

“Da piccina praticai un po’ di nuoto, ma lo sport individuale non fa per me: a me piace lo sport di squadra, la pallavolo in particolare. Provai anche il basket, ma presi subito una pallonata in faccia e capii che non era storia”, racconta. Nata il 20 giugno del ’98, da 3 anni è il capitano dell’UPV.

“Attenzione: il capitano storico è Alessia Frediani. Iniziò a esercitare la professione di infermiera, aveva i turni di notte, non poteva essere presente ad alcune partite e decisero di nominarne un altro: ecco perché sono diventata capitano” e mentre lo spiega si comprende bene perché sa fare squadra.

Esemplare il suo modo di dire, sono una parte, come le altre, della compagine: niente di più, niente di meno. Siamo tutte eguali. Diplomata al Liceo Economico e Sociale a Montecatini Terme, frequenta Scienze motorie all’Università degli Studi di Firenze.

Fa squadra al ristorante/pizzeria, assieme a mamma Paola e nonna Maria Grazia, le cuoche, nonno Gianfranco, il pizzaiolo, il fratello Vittorio, come lei cameriere di sala. Si rivede nel papà. “Ho il suo carattere, sì. Era ironico e autoironico, sapeva parlare agli altri, si spendeva molto, era determinatissimo nel lavoro. Vittorio, invece, è il ritratto della mamma. È difficile fare il ristoratore, una vita con pochissimi momenti liberi: non è la mia aspirazione. Ora come ora, poi, con questa terribile pandemia, lavoriamo solo con l’asporto: non è la stessa cosa di prima, ma non lamentiamoci”. No, perché mamma e babbo l’hanno educata a rimboccarsi le maniche. Centosettantatre centimetri di talento.

“Sono cresciuta pallavolisticamente a Borgo a Buggiano con Davide Ribechini, ma devo tanto a Sandro Becheroni, all’esperienza a avuta negli anni dell’adolescenza a Capannori, alla Nottolini. Andai là per giocare un giovanile di maggior livello: vincemmo il titolo regionale toscano, affrontammo squadroni come quelli milanesi e romani ai Nazionali. Tra le prime 10 in Italia. Bellissimi ricordi. Soprattutto quel gruppo, composto da sorelle e non è una frase fatta”. Oggi non solo gioca, ma assieme al direttore tecnico Ribechini gestisce i social, Instagram e Facebook, della società e si occupa, da assistente, delle équipe under 13 e 17.

“Sogno di divenire allenatrice del giovanile, di seguire bambine e ragazzine. Le adoro. Le dinamiche di una prima squadra sono più complesse, per niente semplici, specialmente lo spogliatoio”. Il ristorante, intanto, va per i 51 anni di attività. “Abbiamo festeggiato i 50 anni l’anno passato. Mezzo secolo: non male”. Già, 51 anni. “L’8 dicembre del 2017, a 51 anni, se ne andò il babbo”. E quel suo rammentare la data, una data tristissima, ci fa comprendere la sua forza interiore, donatale anche da quel genitore che non solo lei ha amato. Lo creda: ci si può innamorare di un maitre che ci sa fare. Ne sorrida.