Nicola Agostini
Umbria

Alex Gibbs vince la partita più importante, intervento perfettamente riuscito

Il bomber è tornarto a casa dopo una settimana di degenza. «E ora voglio allenare»

Alex Gibbs e il dottor Mauro Lo Rito

Alex Gibbs e il dottor Mauro Lo Rito

Perugia, 21 maggio 2024 –  «Già le diciamo che dovrà restare un paio di giorni in terapia intensiva ed in coma farmacologico». E se i due giorni diventano tre ore? E se non hai bisogno di ossigeno e dopo due giorni i drenaggi sono solo un lontano ricordo?. Tutto possibile se ti chiami Alex Gibbs. Uno che in campo di battaglie ne ha vinte tante ma mai avrebbe pensato di giocare la partita più complicata in sala operatoria, a 40 anni, rischiando la vita come fatto praticamente ogni volta che, fin da piccolo, ha dato un calcio a quel pallone che è stato compagno di un’intera esistenza.

Il bomber, arrivato in serie A e in Coppa Uefa con la maglia del Parma, per poi vestire quella del Gubbio e segnare gol a raffica tra i dilettanti, in giro per l’Umbria, due anni fa è stato costretto a fermarsi. Non perché non ce la facesse più. Anzi. Fisico statuario, malato, stavolta nel senso buono del termine, di fitness. «Guarda Alex che hai un problema serio al cuore, ogni volta che vai sotto sforzo rischi di lasciarci la pelle». «All’inizio pensavo che il medico stesse scherzando». C’è poco da parlare. Bisogna solo mettersi giù e prepararsi al meglio per vincere questa partita. Proprio come in campo. La scorsa settimana l’intervento di unroofing alla coronaria destra perfettamente riuscito al Policlinico San Donato di Milano. Ieri il ritorno a casa dopo una settimana di degenza.

«Non finirò mai di ringraziare il dottor Mauro Lo Rito. Non lo scopro certo io come cardiochirurgo ma prima di tutto si è rivelato una persona meravigliosa. E il professor Paolo Zeppilli che è stato il mio riferimento». E dopo il tagliando cardiaco, bomber Gibbs è pronto a tornare sì ma… in panchina. «Ho approfittato di questa sosta forzata per prendere il patentino da allenatore e sinceramente non vedo l’ora di iniziare. Adesso potrei correre anche più forte? Sì ma sbaglio o c’è chi dice che per fare l’allenatore servono belle coronarie? Da questo punto di vista – sorride – parto con un piccolo vantaggio…».