REDAZIONE UMBRIA

La fotografa umbra Daniela Costi sbarca in via Margutta a Roma, protagonista di un’importante collettiva

Due opere dell'artista folignate alla Galleria Internazionale Area Contesa Arte della Capitale. Visite fino al 13 gennaio

La fotografa Daniela Costi esporrà alla Galleria Internazionale Area Contesa Arte, al civico 90 di via Margutta a Roma

Foligno, 12 dicembre 2024 – Si chiamano ‘eCheCavolo’ e ‘Sacro Core’ le due opere d’arte che la fotografa Daniela Costi, versatile e poliedrica artista folignate, ha accettato di esporre, a partire dal 13 dicembre e fino al 13 gennaio, alla Galleria Internazionale Area Contesa Arte, al civico 90 di via Margutta a Roma. Si tratta di due figure maschili, stampate su pannelli in plexiglass delle dimensioni di 70 x 100, che ritraggono, rispettivamente, un mezzobusto del modello italo-albanese Wilson Korra su cui è sovrapposta in filigrana l’infiorescenza perfetta del broccolo romanesco, e il volto del fotomodello e chitarrista Daniele Provenda, dietro il quale si staglia una spada, simile a una croce, che sembra affondargli la lama tra le scapole e trafiggergli il cuore.

I due ritratti rimarranno per tutto il periodo delle feste nella galleria della prestigiosa via della Capitale, in una via Margutta di "nobile semplicità e quieta grandezza", come ebbe a dire il grande erudito neoclassicista Johann Winkelmann, e che proprio la settimana scorsa ha acceso le tradizionali luci natalizie alla presenza del maestro del cinema italiano Pupi Avati. Saranno parte della mostra collettiva, dal titolo 'Il colore risiede qui', ospitata nel concept art shop delle sorelle Tina e Teresa Zurlo, un sofisticato spazio di quasi trecento metri quadrati destinato alla valorizzazione delle opere di artisti provenienti da ogni parte del mondo.

Una narrazione d’impatto, quella della fotografa folignate, che dopo Barcellona sbarca nella città eterna e poi ad Amsterdam e Venezia, che dialoga con lo spettatore nel linguaggio universale e intimo dell’arte. Nelle sue opere i volumi escono fuori dal fondo, i soggetti parlano al cuore, a te, proprio a te, e contemporaneamente a tutti, in una lingua condivisa che non ha bisogno di mediazioni e che, pura, attraversa il tempo e lo spazio.