DONATELLA MILIANI
Cosa Fare

Umbria Jazz: da Lauryn Hill a Paolo Conte, grandi nomi, si parte / PROGRAMMA

Parla il direttore artistico Carlo Pagnotta

E' un 2019 davvero ricco per Umbria Jazz

E' un 2019 davvero ricco per Umbria Jazz

Perugia, 12 luglio 2019 - «Benvenuti a Umbria Jazz 2019». Il festival accende i riflettori stasera con il concerto di Alex Britti & Max Gazzè (special guest Manu Katchè e Flavio Boltro) all’arena Santa Giuliana per concludersi domenica 21 luglio con Christian Mc Bride e la raffinatissima Lauryn Hill. In mezzo nomi come Diana Krall, Paolo Conte, George Benson, Chick Corea, Nick Mason, Snarky Puppy e Tom Yorke. «In tutto saranno quasi 300 concerti, per la gran parte gratuiti – sottolinea il direttore artistico Carlo Pagnotta – in dodici diverse location. Dai grandi spazi dell’Arena a piazza IV Novembre, al club di via della Viola, da San Francesco al Prato al Morlacchi alla Sala Podiani. A esibirsi una novantina di band con 500 musicisti totali». Tanta roba. Da dove cominciamo Pagnotta? «Dalle Clinics. Stiamo verificando l’ennesimo successo: 204 iscritti alla 34° edizione. Una settantina stranieri, da 22 nazioni diverse. Puntualizzo per quel presidente di una istituzione e un impiegato della stessa – la Fondazione Caripg ndr – che si era permesso di dire che non regalano soldi. Fosse stato per lor... Noi non ci azzardiamo a toccare le Berklee’s. La Fondazione se le prende in carico, saranno messe a bilancio, e si va avanti, con un piccolo contributo del Comune». Tornando al cartellone? «Sin dalla presentazione tutti hanno sottolineato la bontà del programm. Come al solito ce n’è per tutti i gusti. Le prevendite ci stanno dando ragione. L’attenzione è puntata sui nomi pop e rock dell’Arena ma io guardo anche al Morlacchi e alla Sala Podiani. C’è gente lì che farebbe da sola un festival a parte, anche in America» Tanti turisti, alberghi pieni. «Arrivano da tutto il mondo. Ormai siamo vicini alla 50° edizione e abbiamo un seguito enorme». Novità e location. «Con via della Viola e grazie alla Federazione del jazz siamo riusciti a fare un festival per i bambini. Un’idea che avevo in testa dal 1992 quando con Peducci andai al festival di Pori in Finlandia e vidi nursery in giro e un cartellone per piccoli. Via della Viola è una zona di Perugia con tanti locali e ristoranti per la movida notturna. Per questo abbiamo spostato le jam session lì. E comunque fin dal mattino partirà UJ 4 kids con musica e poi dj set pomeridiani e lezioni di swing. L’anno prossimo inseriremo anche l’hip hop» Sicurezza, qualche disagio? «Le forze dell’ordine devono applicare le norme. Mi spiace però che per il mal gestito caso-Torino ci rimetta tutta l’Italia...» Ritorni importanti. «Stupisce il record di Paolo Conte, come se fosse la prima volta che viene a Perugia. Per i gruppi come King Crimson, Mason, Benson il successo è scontato. Ma ci sono anche eventi strepitosi come Corea & the spanish heart band. Per non dire di Mc Bride. Insomma un festival che accontenta tutti, pure il sottoscritto. E a Orvieto anticipo che mi divertirò anche di più. Con numeri meno roboanti. Quello è un festival di nicchia con spazi da 500 posti». A proposito di spazi. C’è qualche ombra sull’Arena? «Chiedete all’assessore allo sport... Ma non voglio tornare sulla polemica. Alla fine del festival affronteremo l’argomento».